Primaria dita di conserve napoletana, che identifica
il “pelato” per eccellenza”, passata a una multinazionale, smercia sotto lo
stesso nome, a prezzo maggiorato, i peggiori pelati in circolazione, vecchi,
sfatti, “cinesi”. A chi giova il libero mercato internazionale.
Primarie aziende, con marchi titolati nei settori
di appartenenza, sono state e sono comprate unicamente per essere rivendute,
magari smembrate, o a pezzi (“spezzatino”). Un mercato che riduce e non moltiplica
le attività produttive.
Autostrada di Civitavecchai, non più di
cinquanta km. da Torrimpietra a Tarquinia, tre caselli. Tre code, tre bestemmie,
etc., dove pagare un euro, un euro e
mezzo.Tutto per imporvi di prendere Telepass. Che non è gratuito, come dovrebbe
essere, ma in abbonamento, a 16 euro, anticipati, l’anno.
Società Autostrade intensifica l’automazione –
i casellanti sono ormai specie sparuta. Bene, il casello è un impedimento
inutile, e non bisogna contenere i costi? Le tariffe autostradali non sono
variate in base ai costi? Solo che quello di Autostrade è il casellante automatico
più inutilmente complicato e esasperante. Lento. Disposto su varie bocche
indistinguibili: dove i biglietti di banca, dove il tagliando, dove le monete,
dove il resto? Senza didascalia a volte, nemmeno in italiano. Rifiuta le banconote, non dà il resto in banconote,
solo in monete, le monete di resto le scaraventa in un minuscolo contenitore, seminandole
sul pavimento e quindi irraggiungibili.
Non ci sono atre macchinette? Sì, altrove sì.
In Autostrade servono a imporre Telepass, la tassa di 16 euro l’anno.
Provate a ritracciare un plico che non vi è
stato recapitato attraverso Poste Italiane, al numero verde. 803160. Dopo dieci
minuti di attesa, nelle ore presumibilmente vuote (le 14 per esempio di questo
primo agosto), un operatore vi
risponderà, molto gentile e inutile. Dovrete riempire moduli e attenderne l’esito.
Ma niente succederà. Riprovate dopo quaranta
giorni, termine minimo consigliato, e un altro operatore gentile provvederà a
riaprire la pratica e rifare il reclamo, inutile.
Perché mantenere un servizio clienti del tutto
inutile - a meno che uno non disponga di un servizo legale e contenzioso?
Perché lo impone la convenzione con lo Stato, non per trovare la posta
mancante. .
Da quasi un anno le Poste hanno dimezzato al
consegna della corrispondenza nella maggior parte dei Comuni, il postino passa
una volta su due. Ma a Roma da anni ormai c’è la settimanalizzata: la postina
passa nella vostra strada un giorno la settimana. Poste non l’annuncia perché è
contro il contratto di programma con lo Stato, ma la posta funziona così.
Aspettiate un libro, magari già usato, in dono
dagli Usa, o altro luogo fuori della Ue, i acquistato tramite Amazon, il plico andrà in Dogana. Da cui non esce più. Cioè no, lo
ritroverete qualche tempo dopo, su eBay - l’ultimo sul catalogo di una libreria antiquaria, dopo tre messi, con lo stesso prezzo del venditore americano su Amazon. .
Come fate a sapere che il plico è finito in Dogana?
Semplice: le Poste vi spiegheranno che ogni plico da fuori Ue va in Dogana. Vi
proporranno anche, se avete le necessarie carte dell’operatore estero (l’Usps americano
ve le dà, inconcepibile che la posta non arrivi, è reato federale negli Usa),
di fare una ricerca. Ma senza mai esito.
Ma c’è veramente questa Dogana, o finisce il
plico in qualche ufficio delle Poste? Chi lo posta su eBay? EBay dovrebbe
garantire la tracciabilità.
Non tutto per la verità finisce “in Dogana”:
alcune cose dall’estero arrivano. Forse non commerciabili.
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