martedì 23 agosto 2016

Recessione – 52

“L’economia dell’eurozona di agosto ha continuato ad aumentare ad un ritmo costante” – IHS Markit. Ma per effetto di un rapido esaurimento delle scorte, la produzione e l’occupazione sono rallentati: “Lo slancio di creazione occupazionale cui abbiamo assistito nell’eurozona negli ultimi cinque anni si sta attenuando. Sebbene la creazione di posti di lavoro di agosto risulti aumentata, il tasso di crescita è sceso ai minimi su tre mesi, a causa dell’indebolita tendenza ad assumere sia nel manifatturiero che nel terziario”.

“Le banche alzano i prezzi: il costo dei tassi zero ora lo pagano i correntisti”. Il cane si morde la coda. O la rendita non basta più, bisogna intaccare il capitale: siccome l’economia non si muove (tassi zero), bisogna mangiarsi i risparmi.

Gli interessi sono negativi anche sui Bot, oltre che sugli analoghi titoli pubblici tedeschi e francesi: l’economia “non beve”, non si cerca credito, non si fanno investimenti.

Il rapporto debito pubblico\pil aumenta a ogni rilevazione, benché l’Italia dal 1992 abbia i bilanci più virtuosi, ogni anno con un attivo primario (lo Stato spende meno di quanto incassa, al netto degli interessi sul debito), perché il pil non cresce, o cresce in misura insufficiente.
La crisi viene da lontano ed è per questo più profonda in Italia.

Quattro anni di politica del denaro facile non hanno risvegliato l’economia. Non in Italia: non si investe e non si produce non per effetto della crisi finanziaria del 2007 ma perché i costi sono eccessivi. Del lavoro soprattutto, e non per la busta paga ma per il fisco e gli oneri sociali. E delle infrastrutture: non di quelle fisiche, che invece ci sono, compresa l’elettronica, ma di quelle immateriali, la burocrazia e la giustizia.

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