La
corruzione in Italia “fattura” 60 miliardi, dicono la Fondazione e i media. Che
è la metà della corruzione stimata in Europa.
I direttori generali del Tesoro dell’ultimo quarto di secolo,
o della Seconda Repubblica, o delle privatizzazioni, grande business delle
banche d’affari, sono diventati tutti vice-presidenti e consulenti delle banche
d’affari: Mario Draghi, 1991-2001 (Goldman Sachs), Domenico Siniscalco,
2001-2005 (Morgan Stanley), Vittorio Grilli, 2005-2011 (JP Morgan).
La
burocrazia è asfissiante in Italia a fini di prevenzione della corruzione. Che
invece alimenta, proprio con le sue procedure asfissianti: dodici o quindi
nulla osta preventivi per un investimento.
Il primo fattore della corruzione in Italia è, alla pari con
la burocrazia e i dieci, cento, mille permessi, la giustizia civile. Ma
l’Autorità anti-corruzione, che un giudice presiede , non se ne occupa – di che
si occupa l’Autorità anti-corruzione?
Perché non si semplificano l’iter fiscale e quello autorizzativo?
Per alimentare le tangenti.
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