venerdì 16 settembre 2016

Cicerone tradito, anche dalla moglie

“Popolarità e potere sono entità separate”. Cicerone lo sperimenta, oltre che pensarlo, nella serie di disavventure che costellano la sua terza vita, in quest’utimo volet della saga su di lui centrata di Harris. Dall’esilio alla guerra civile, all‘ostracismo, alla fine tragica. Il racconto, il terzo delle trilogia ciceroniana, è di una serie di disgrazie, lutti e abbandoni, personali e dell’amata Roma. E tuttavia energetico, Harris fa questo miracolo.
Cicerone non è più il protagonista. Due volte in esilio.Non più autorevole al Foro. Contestato dal fido fratello, tradito dalla moglie, forse anche coniugalmente, col contabile, risposato turpemente – per debolezza e per la dote – a sessant’anni con una ragazza di quindici, che presto dovrà ripudiare, “orfano” inconsolabile dell’amata figlia Tullia. È il testimone del trapasso dalla repubblica alla dittatura, dall’aristocrazia del potere ai popolari, a opera di aristocratici demagoghi, Clodio e Cesare.  
“Dictator” si definisce un “thriller letterario”, ma è un libro di storia. Sarà questo il segreto di un best-seller su Cicerone, durevole ormai da alcuni anni - millecinquecento pagine, su un personaggio che non potrebbe essere più inappetibile. Ma sono piene di storia soppressa, e vive in quella cognita – l’assassinio di Cesare, la fine di Pompeo dopo Farsalo, la geografia e la toponomastica di Roma (impressionanti, quste, e veridiche al dettaglio, anche stagionale, anche quotidiano, delle luci e le ombre). Grazie a una vastissima bibliografia – senza un solo titolo italiano – dopo dodici anni di lavoro con le edizioni Loeb, quelle dei classici in inglese.
Si leggono cose vecchie-nuove sulla storia repubblicana di Roma, così violenta oltre che gloriosa, che finisce con l’incendio del Senato – come farà Hitler con la repubblica di Weimar. Sul classismo politico, vittima lo stesso “uomo nuovo” Cicerone, familiare, tribale, sociale, economico. Sui mondi altri, che pure esistevano nel costituendo impero, dalla Spagna all’Egitto e alla Cilicia. Sull’egotismo di Cesare, dittatore atipico, generoso e trucido, freddo, freddissimo, “criminale di guerra” nelle Gallie per lo strenuo repubblicano Catone, tutto fitness e aloofness, e simpatia.
Robert Harris, Dictator, Mondadori, pp. 401 € 22

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