Si
fa il caso di Fabrizio Pellegrini, carcerato perché coltivava la cannabis a suo
uso terapeutico, per liberalizzarne la coltivazione. Mentre quello di
Pellegrini è un caso, uno dei tanti, di cattiva amministrazione: di incapacità
dell’apparato repressivo, che manda in
carcere un ammalato che si cura, e in questa insipienza recidiva. La
liberalizzazione non garantisce contro questa amministrazione della giustizia.
Si
fa grande caso dei profitti mafiosi col contrabbando della droga per
giustificare la liberalizzazione della marijuana – mentre si reprime l’uso del
tabacco, ora anche all’aria aperta (bisogna avere un fumoir). Questo si fa col sostegno dell’apparato repressivo, che ogni
estate ingigantisce la coltivazione illegale della marijuana, soprattutto in
Calabria, per pagarsi gli straordinari, e soprattutto le ore di volo, alla
scoperta di “piantagioni” a bordo torrente.
Funzione
unica dei Vigili Urbani, quelli addetti al traffico, è “fare multe”. Non indirizzare
la circolazione e prevenire e punire gli abusi, ma multare gli indifesi, nelle
strade dove non si circola. A Monteverde a Roma, per esempio, non presidiare
gli assi centrali, via Carini-Via Barrili, e via Fonteiana, dove la macchine in
seconda fila, da entrambi i lati, provocano ingorghi e manovre pericolose ai
due mezzi pubblici di quartiere, il 75 e il 44, ma le strade residenziali. Lo
stesso è vero altrove a Roma a Prati, a viale Libia, etc.
Si
“fanno multe” nelle strade residenziali calcolando minuziosamente di quanti
centimetri il paraurti posteriore fa ombra sulle strisce pedonali, e se non ci
sono le strisce ricorrendo comunque al divieto di parcheggio in corrispondenza
di incrocio – che occorre in tutti i quartieri con le strade a intersezioni a
croce. Questo per “fare multe” da
100-200 euro, con detrazione di punti. Spesso in duplice accoppiata, l’art. 158
duplicando con l’art. 146.
Si
dice vigili urbani, ma sono le vigilesse soprattutto indirizzate al traffico: inutili
agli incroci, singolarmente assenti dagli assi centrali del traffico, solerti
nel “fare multe” nelle strade denza circolazione. È questo il loro mestiere,
nessuno gli ha insegnato cosa è o dovrebbe essere un vigile urbano? E che pensare
di chi “fa multe” a cuor leggero, per nessun danno, di 100 e 200 euro? Non c’è
moralità pubblica (presidiare gli assi centrali), ma nemmeno privata, personale.
Roma
fa pagare la notifica di una multa stradale 14 euro. Una notifica che si riduce
all’invio di una raccomandata, a mezzo
del corriere ItalPoste, che ha sede davanti all’ufficio centrale del VV.UU. all’Ostiense.
Questo corriere prende 14 euro per una lettera di due o tre grammi?
La
notifica della multa stradale a Roma viene solitamente retrodatata rispetto all’invio
della raccomandata, normalmente con timbro oltre i 90 gg. Facendo fede una “data
di spedizione” arbitraria, di cui cioè non c’è traccia in un protocollo o altro
registro a uso e garanzia dell’utente.
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