mercoledì 21 settembre 2016

Il giallo del successo

Il mistero è del successo travolgente. Di classifiche e di dotte pagelle, con stelle.
Certo, leggerlo è impegnativo, le pagine sono quasi 400, la sfida non è da poco.
Antonio Manzini, 7-7-2007, Sellerio, pp. 369 € 14

1 commento:

  1. Esagerato! dicono più commenti.
    No, perché? A una rilettura, giusto per non sbagliare, è pure trasandato.
    Schiavone non dorme mai: ogni notte dice la stessa cosa, che non ha dormito. È sempre sudato, dà l’idea anzi di essere grasso, peloso, forforoso, col fiatone, sporco. Non sa parlare, solo “sticazzi”. Ha amici sucidi e delinquenti. Che sempre elogia: compagni di spinello? Ma non è un vice-questore per ridere.
    Fa un’incursione su un carico di droga al porto container di Civitavecchia senza la narcotici, gli esperti. Il suo aiuto De Silvestri ha una notizia buona e una cattiva, invariabilmente. Caratteristi sì, ma…
    E Marina, la diletta moglie? Pittrice, restauratrice, squisita, sensibile, non ci azzecca che sia tanto innamorata di uno Schiavone. Senza contare che invita a cena i committenti pubblici. Con roba di rosticceria. E programma il santo Natale, “forse quest’anno anche con gli zii”, a luglio…
    Poi c’è la fastidiosa falsificazione dei dati, consigliata dalle scuole di scrittura. Che per chi abita a Roma falsifica tutto. Via di Novella non c’entra con villa Pamphili. Non si arriva in un’ora dall’Eur al porto di Civitavecchia. La pasticceria Romoli sta a Santa Emerenziana e non a Monteverde Vecchio. Il magistrato, Sasà D’Inzeo, è detto umbro, e non può essere, “Sasà” è nomignolo meridionale. Ma basta.

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