Arabi-israeliani
-
Maometo nasce e si consolida come leader spirituale e politico delle tribù
arabe in alleanza con le tribù ebree forti a Medina, dei Nadir, i Qoreishi e i Kainukkà.
Giustizia
islamica –
È il fondamento e il punto interrogativo dell’islam: l’islam è la sharia, la buona giustizia, ma quale, in
che forme, dato che la giustizia è un fatto storico?
In questo senso prospettava la
questione a Teheran nel 1980 l’ayatollah Behestì, ministro della Giustizia di
Khomeini (quattro anni dopo vittima di un attentato dei fedayin del popolo, formazione islamica antikhomeinista, che fece
saltare i quattro piani del ministero). Behestì era stato incaricato da
Khomeini di adeguare il diritto alla vita contemporanea – il digiuno rituale,
il lavoro in pubblico delle donne, la guida dell’auto, il divorzio e i minori, etc.).
Behestì, che parlava francese, inglese e tedesco, era stato imam di una moschea
per emigrati a Amburgo. .
Bausani, “Islam”, lo conferma, p.
152: “I primi problemi che sorsero nella comunità musulmana al suo espandersi
dopo la morte del Profeta”, incredibilmente rapido e vasto, “furono soprattutto
di organizzazione giuridica”. E a p. 172: “La vera riforma l’islam avrebbe dovuto
averla nella sharia, ma è proprio qui
che non l’ebbe mai, ché anche le più estreme sette eretiche, e anche spesso i
mistici più arditi, restarono, in sostanza, sempre fedeli (e fedeli, intendo,
anche nell’impostazione mentale) a quel modo di ragionare giuridico che ha le sue
più lontane origini in costumanze tribali di una primitiva comunità araba”. Behesti
rappresentava una cultura non araba, e urbana.
Bausani continua, p. 173: “Nell’unità
sostanziale della sharia, unità di
norme concrete, come unità di spirito che l’informa, sta il segreto della
“uniformità musulmana”. E “l’apparente grande «tolleranza» dell’islam”. Che portava
il pio studioso a concludere: “Questo punto andava precisato con la massima
chiarezza per meglio comprendere certi aspetti
del modernismo musulmano e, perché no, anche certe sue restrizioni
mentali”.
Immigrazione Ue - Un buon quinto
della popolazione europea è immigrata, tra prime e seconde generazioni: il 18,8
per cento della popolazione in età lavorativa (15-64 anni) nel 2014. Immigrati da
fuori Europa e anche dall’Europa, da un Paese all’altro. Meno della metà di
essi ha voluto o potuto avere la cittadinanza, l’8,1 per cento della
popolazione. La cittadinanza ristretta, escludendo anche i figli di immigrati
nati in Europa, caratterizza il fenomeno in Europa, a differenza degli altri
Paesi di forte immigrazione, come gli Usa, il Canada, l’Austrialia, i paesi latinoamericani.
L’incidenza
dell’immigrazione è più ampia nel “cuore” dell’Europa, i sei Paesi fondatori
della Comunità (Italia, Germania, Francia, Belgio, Olanda, Lussemburgo) più l’Austria
e la Gran Bretagna. Quasi uno su quattro, il 23,9 per cento della popolazione,
è di origine recente non autoctona. E di
questi sempre meno della metà hanno la cittadinanza - un 4,6 per cento
proveniente da altro Paese europeo, il 5,5 da fuori Europa.
L’incidenza
dell’immigrazione è di poco inferiore per il Nord Europa (i quattro scandinavi
più l’Irlanda): il 22,7 per cento. Anche in questi paesi l’acquisizione della
cittadinanza è ristretta, all’8,5 per cento sul totale della popolazione.
L’incidenza
degli immigrati sul totale della popolazione scende molto nel Sud Europa (Spagna,
Portogallo, Grecia, Malta, Cipro), e nell’ex Europa dell’Est, la ribollente
Ungheria compresa: rispettivamente al 16,1 e al 4,7 per cento.
Negli
ultimi quindici anni, gli anni del Millennio, 2000-2015, la popolazione immigrata
in Europa, comprensiva dei nati in Europa da genitori immigrati, è cresciuta di
17,1 milioni. Con un’accelerazione, contrariamente alla percezione che se ne
ha, nei primi due lustri, quando è cresciuta di 17,7 milioni, mentre nell’ultimo
lustro l’incremento si è limitato a 3,4 milioni.
L’incremento
di questi ultimi cinque anni si è concentrato però nel “cuore” (v. sopra) dell’Europa,
e questo condiziona il percepito: 3,1 milioni (0,6 il Nord Europa, meno 0,3 il
Sud Europa, immutato l’Est). Nel primo decennio l’incremento è stato di 11,4
milioni nel “cuore” dell’Europa, di 1,2 al Nord, di ben 5 milioni al Sud, e di
0,1 all’Est.
Occidente –
L’“Iconologia” di Cesare Ripa ne dava già una visione riduttiva, nella
riedizione del 1619. Le figure che illustrano i punti cardinali assegnano
all’Occidente quella di un vecchio insonnolito, le labbra serrate in silenzio, che
trascina teste di papavero, sotto l’occhio della stella della sera.
Roma – Nell’inverno 1422, papa il
principe Ottone Colonna, Martino V, si fecero statue di neve - leoni - per le strade di Roma.
Sionismo
antisionista – C’è
stato ma è dimenticato. In Israele equivale a tradimento: Amos Oz, “Giuda”, ne
fa la figura centrale del romanzo, uno Shaltiel Abrabavanel, che pure era a
capo della comunità ebraica a Gerusalemme, ma nel corso della guerra e dopo
viene isolato, e si isola, al punto da non riuscire più a parlare con se
stesso, per essersi opposto all’indipendenza di Israele a carico degli arabi che
Ben Gurion realizzava (Oz usa un doppio registro, del suo Giuda facendo l’artefice,
con la denuncia, del cristianesimo, e quindi su Abrabanel proiettando l’ombra
del Salvatore). Una posizione che Oz personalmente sostiene, ma rappresenta
come bislacca, essendo stata vinta dalla storia.
L’Abrabanel di Oz sarebbe Judah Leon Magnes, l’influente
rabbino americano emigrato in Palestina tra le due guerre, morto l’anno dell’indipendenza
di Israele. Sionista antisionista fu tra le due guerre lo scrittore russo “Ha’ad
Aham”, al secolo Asher Ginzberg, che da Londra, dove era emigrato ai primi del
secolo, nel 1922 si trasferì Palestina, sempre da avversario di Herzl e del “focolare”
ebraico.
Oggi su quella posizione sono pochi
intellettuali: Oz e qualche altro romanziere, il giornalista Gideon Levy,
collaboratore di “Internazionale”, il poeta Shabtai.
Ucraina
–
Il primo Stato (regno) russo fu fondato, è noto, a Kiev, attorno all’850. Lo fondarono
avventurieri scandinavi. Rus’ erano per gli slavi del Volga, del Don, del
Dniepr, l’attuale Russia-Ucraina-Bielorussia, i vichinghi o normanni.
astolfo@antiit.eu
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