domenica 11 settembre 2016

Infelice tra le donne

Un concentrato di malinconia, denso, lungo. Di un grigiore che Rossellini e “Umberto D.” avrebbero invidiato: neo realismo alla potenza, mai un barlume - più che altrove è triste il protagonista con l’amante. La storia di un pover’uomo, cardiochirurgo a tempo perso, capace s’indovina, in un paesaccio ex comunista che si suppone la Romania (ma pare sia la Bulgaria), di teppisti e delinquenti impuniti, che fa la spesa per la mamma, la famiglia, e l’amante, e passa al giornata dietro la figlia perché superi bene l’esame di maturità, per poter fruire di una borsa di studio a Cambridge: insistenze, raccomandazioni, subornazioni. Ma fallisce, ancora una volta, come tutto nella vita, anche se non lo sa: la figlia non vuole andare a Cambridge, e chissà che non si sia inventato un tentativo di stupro alla vigilia degli esami.
È – non voluto (inconscio) – il quadro di un uomo infelice tra le donne: madre, moglie, figlia, amante, e forse anche la caposala. Ma è consolazione da poco. Premiato a Cannes perché prodotto dalle tv francesi.  
Christian Mungiu, Un padre, una figlia

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