“Affrontammo insieme la drammatica estate
del ’92, quando la Bundesbank tedesca ci comunicò all’improvviso che non
avrebbe più scambiato marchi contro lire. Era un venerdì, Ciampi si trovava nel
mio ufficio a Palazzo Chigi quando arrivò la telefonata, e la domenica
decidemmo la svalutazione sotto la pressione della banca centrale tedesca”.
Giuliano Amato, presidente del consiglio nel 1992, dà a Giovanni
Bianconi sul “Corriere della sera” un’altra versione del fallimento della lira –
che fu pagato caro da tutti gli italiani, con l’Isi-Ici-Imu e altre tasse (anche
con un prelievo sui conti correnti), ed ha avviato la venticinquennale
stagnazione dell’economia.
L’allora
presidente del consiglio lo fa di passata, in un’intervista a commemorazione di
Ciampi: “Amici per quarant’anni:
l’estate in cui svalutammo la lira”. Ma apre una scena interamente diversa dei
veri rapporti dentro l’Europa unita, e del senso dell’euro. Aggiungendo alla
fine a proposito di Ciampi: “Da europeista convinto aveva sostenuto che fosse
meglio contare per un dodicesimo all’interno della Banca centrale europea
piuttosto che subire le decisioni della Banca centrale tedesca”.
Ciampi
era allora governatore della Banca d’Italia, da tredici anni, e aveva
fortemente voluto, insieme col suo negoziatore Mario Draghi, l’euro nella
formulazione attuale, di moneta unica. Il predecessore di Ciampi in Banca d’Italia,
Paolo Baffi, era fautore di una convergenza monetaria modulabile: di “cambi
fissi ma flessibili”, entro una fascia, seppure ristretta, di oscillazione.
La
svalutazione della lira è stata imputata allo speculatore George Soros, a
ricasco di analoga operazione contro la sterlina. In realtà le due operazioni
non erano legate.
Si
disse anche che Soros avesse puntato contro la lira perché Ciampi ne aveva
favorito l’apprezzamento nei confronti del marco tedesco, in vista del varo
della moneta unica. Questa ipotesi aveva riscontro sul mercato delle valute nelle fasi precedenti
l’attacco alla lira. Ma con la rivelazione di Amato il meccanismo dell’attacco assume
un altro senso: è come se Soros e Bundesbank avessero agito di conserva.
Nessun commento:
Posta un commento