sabato 17 settembre 2016

La Bundesbank impose la svalutazione della lira

Affrontammo insieme la drammatica estate del ’92, quando la Bundesbank tedesca ci comunicò all’improvviso che non avrebbe più scambiato marchi contro lire. Era un venerdì, Ciampi si trovava nel mio ufficio a Palazzo Chigi quando arrivò la telefonata, e la domenica decidemmo la svalutazione sotto la pressione della banca centrale tedesca”. Giuliano Amato, presidente del consiglio nel 1992, dà a Giovanni Bianconi sul “Corriere della sera” un’altra versione del fallimento della lira – che fu pagato caro da tutti gli italiani, con l’Isi-Ici-Imu e altre tasse (anche con un prelievo sui conti correnti), ed ha avviato la venticinquennale stagnazione dell’economia.
L’allora presidente del consiglio lo fa di passata, in un’intervista a commemorazione di Ciampi:  “Amici per quarant’anni: l’estate in cui svalutammo la lira”. Ma apre una scena interamente diversa dei veri rapporti dentro l’Europa unita, e del senso dell’euro. Aggiungendo alla fine a proposito di Ciampi: “Da europeista convinto aveva sostenuto che fosse meglio contare per un dodicesimo all’interno della Banca centrale europea piuttosto che subire le decisioni della Banca centrale tedesca”.
Ciampi era allora governatore della Banca d’Italia, da tredici anni, e aveva fortemente voluto, insieme col suo negoziatore Mario Draghi, l’euro nella formulazione attuale, di moneta unica. Il predecessore di Ciampi in Banca d’Italia, Paolo Baffi, era fautore di una convergenza monetaria modulabile: di “cambi fissi ma flessibili”, entro una fascia, seppure ristretta, di oscillazione.
La svalutazione della lira è stata imputata allo speculatore George Soros, a ricasco di analoga operazione contro la sterlina. In realtà le due operazioni non erano legate.
Si disse anche che Soros avesse puntato contro la lira perché Ciampi ne aveva favorito l’apprezzamento nei confronti del marco tedesco, in vista del varo della moneta unica. Questa ipotesi aveva riscontro sul mercato delle valute nelle fasi precedenti l’attacco alla lira. Ma con la rivelazione di Amato il meccanismo dell’attacco assume un altro senso: è come se Soros e Bundesbank avessero agito di conserva.

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