In
Europa c’è “questa crisi dei migranti tragicomica”, dice a Mantova lo scrittore
albanese Kapllani,
emigrato doppio, dapprima in Grecia poi in fuga negli Usa. E così è: una tragedia, con migliaia di morti, montata per neghittosità e false argomentazioni. Basta elencare le politiche, cosiddette, della immigrazione.
Il
contrasto dei ricongiungimenti familiari, che sono invece il modo più sicuro e
produttivo per stabilizzare l’immigrazione. La discriminazione dell’immigrato
stabilizzato, con un reddito sufficiente, i figli a scuola, una residenza: il
suo figlio nato in Italia – in Europa - non può essere cittadino, mentre è nell’interesse
dell’Italia – dell’Europa - che lo sia. La polemica e le interdizioni contro le donne immigrate che fanno il bagno di mare vestite. Mentre se ne ammette la poligamia,
l’escissione, e la patria potestà intesa come forma di schiavismo. L’islam
sia avversato come fatto religioso, privato, mentre se ne tollera - a fini
antirazzisti, anticolonialisti, antimperialisti certo - la radicalizzazione dal
pulpito, a opera di imam brancaleone.
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