Una
difesa comune europea in quattro punti annuncia Federica Mogherini a Andrea
Bonanni su “Repubblica”. In qualità di Alto Rappresentante per la Politica
Estera e la Sicurezza (Pesc) dell’Europa, nonché vice-presidente della
Commissione di Bruxelles. L’utilizzo nei casi urgenti dei battlegroups” le unità militari congiunte da tempo addestrate per
interventi rapidi. Il ricorso all’art. 44 del Trattato di Roma, che delega a
gruppi di Paesi il compito di condurre azioni militari in nome dell’Unione. La
creazione a Bruxelles di una sorta di Stato Maggiore europeo. La messa in
comune di tutti o parte degli investimenti nazionali per la difesa.
Mogherini
si dice fiduciosa. Perché la sicurezza e l’altro fronte aperto per l’Europa,
accanto all’economia. E perché la Ue è cerca un rilancio, per la celebrazione
fra sei mesi dei sessant’anni del Trattato costitutivo di Roma.
La
proposta è un passo avanti. I predecessori di Federica Mogherini, Solanas e la
baronessa Ashton, non hanno nemmeno fatto una proposta. Ma non ci sono novità:
la difesa comune è sempre tabù. Si dice che non la volesse la Gran Bretagna,
che ora è fuori. Ma non la vuole neanche la Francia: il primo progetto di
unione europea, dopo il carbone e l’acciaio (Ceca, 1950), fu la difesa (Ced,
1954), ma naufragò per un referendum ostile in Francia..
Lo
stato della difesa comune europea è sempre quello di un saggio che questo sito
ha redatto una diecina d’anni fa, e riproposto proprio per l’incarico assunto
da Mogherini:
Il segno di un’Europa unita ma non troppo, l’Europa è solo quella delle
convenienze, immediatamente calcolabili. La difesa sarebbe anchè’esa conveniente,
come la libera circolazione (Schengen), ma non abbastanza. E poi parla lingue
diverse – a maggior ragione oggi che non c’è più l’Inghilterra.
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