Animatore
dei Concili della rinificazione con l’ortodossia, Basilea, Ferrara, Firenze,
per sei anni agli studi a Padova, segretario del cardinale Orsini, legato
papale nella sua natia Germania, amico del futuro cardinale e futuro legato in
Germania Giuliano Cesarini, teologo e geometra, sacerdote tardo, a 32 anni,
recensore da ultimo del “Corano”, “De Cribatione Alkorani”, e del gioco della
palla, “De ludo globi”, metafora del vivere umano alla ricerca di Dio – dopo
essere stato il teorico del Dio anscosto, che tanto più si rivela quanto più
rimane inaccessibile, e quindi della “dotta ignoranza”, nonché della morotea
“coincidenza degli opposti”, Nicola Cusano era versatile. Qui arguisce la
sapienza dell’idiota, in quattro libri, ancorché brevi. Persuasivo, anche nella
lingua – per quattro secoli e mezzo si sono letti questi dialoghi come di
Petrarca, il Cusano non essendo altrettanto bravo in latino.
La sapienza,
dice il saggio di Cusa (Cues, presso Treviri), viene da sapore: è qualcosa che
si gusta, e si può assaporare in tutte le cose. Meglio che ascoltando “i suoni
di parole”. E la conoscenza è sempre “del più e del meno”, congetturale,
perfettibile: la sapienza divina è la verità assoluta, la nostra conoscenza
ragionevole è la verità dell’“immagine”, degli idola.
La mente,
in sé, non spiega niente, e anzi complica. La mente, quando conosce,
“assimila”. Divaga, e ogni tanto si contrae. La mente più che altro è misura,
inventa proporzioni e comparazioni, è il “luogo delle proporzioni”. Dispersiva:
“La sua vove risuona perché abita nelle regioni altissime”, ma “la sapienza
grida all’aperto nelle piazze”.
E tuttavia
l’indefinitezza non è un limite ma piuttosto una pienezza. Il perché è
tortuoso, ma non tanto: “Dolce è per ogni spirito ascendere senza fine
all’origine della vita anche se è inaccessibile… L’inaccessibilità o l’incomprensibilità
dell’infinità della sua vita è la comprensione che egli desidera… Questa
conoscenza dell’inconoscibilità è comprensione gioiosa e oltremodo desiderata…
è la comprensione gioiosissima dell’amante quando comprende l’amabilità
incomprensibile dell’amato”.
Uomo
enciclopedico, del Medio Evo benché vissuto nel Quattrocento, si scorre in
questa traduzione, di Graziella Federici Vescovini, che l’ha dtata di un’ampia
introduzione, come un contemporaneo. Il
Medio Evo non era così brutto – o la contemporaneità è medievale?
Nicola
Cusano, I dialoghi dell’idiota,
Olschki, pp. LII-102 € 15,
Nessun commento:
Posta un commento