mercoledì 14 settembre 2016

La gioia della conoscenza dell’inconoscibilità

Animatore dei Concili della rinificazione con l’ortodossia, Basilea, Ferrara, Firenze, per sei anni agli studi a Padova, segretario del cardinale Orsini, legato papale nella sua natia Germania, amico del futuro cardinale e futuro legato in Germania Giuliano Cesarini, teologo e geometra, sacerdote tardo, a 32 anni, recensore da ultimo del “Corano”, “De Cribatione Alkorani”, e del gioco della palla, “De ludo globi”, metafora del vivere umano alla ricerca di Dio – dopo essere stato il teorico del Dio anscosto, che tanto più si rivela quanto più rimane inaccessibile, e quindi della “dotta ignoranza”, nonché della morotea “coincidenza degli opposti”, Nicola Cusano era versatile. Qui arguisce la sapienza dell’idiota, in quattro libri, ancorché brevi. Persuasivo, anche nella lingua – per quattro secoli e mezzo si sono letti questi dialoghi come di Petrarca, il Cusano non essendo altrettanto bravo in latino.
La sapienza, dice il saggio di Cusa (Cues, presso Treviri), viene da sapore: è qualcosa che si gusta, e si può assaporare in tutte le cose. Meglio che ascoltando “i suoni di parole”. E la conoscenza è sempre “del più e del meno”, congetturale, perfettibile: la sapienza divina è la verità assoluta, la nostra conoscenza ragionevole è la verità dell’“immagine”, degli idola.
La mente, in sé, non spiega niente, e anzi complica. La mente, quando conosce, “assimila”. Divaga, e ogni tanto si contrae. La mente più che altro è misura, inventa proporzioni e comparazioni, è il “luogo delle proporzioni”. Dispersiva: “La sua vove risuona perché abita nelle regioni altissime”, ma “la sapienza grida all’aperto nelle piazze”.
E tuttavia l’indefinitezza non è un limite ma piuttosto una pienezza. Il perché è tortuoso, ma non tanto: “Dolce è per ogni spirito ascendere senza fine all’origine della vita anche se è inaccessibile… L’inaccessibilità o l’incomprensibilità dell’infinità della sua vita è la comprensione che egli desidera… Questa conoscenza dell’inconoscibilità è comprensione gioiosa e oltremodo desiderata… è la comprensione gioiosissima dell’amante quando comprende l’amabilità incomprensibile dell’amato”.
Uomo enciclopedico, del Medio Evo benché vissuto nel Quattrocento, si scorre in questa traduzione, di Graziella Federici Vescovini, che l’ha dtata di un’ampia introduzione,  come un contemporaneo. Il Medio Evo non era così brutto – o la contemporaneità è medievale?
Nicola Cusano, I dialoghi dell’idiota, Olschki, pp. LII-102 € 15,


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