venerdì 30 settembre 2016

Melville socialista scientifico

“In America i poveri non perdono mai né riguardo né orgoglio, e così – sebbene non giungano all’abbrutimnto fisico dei mendicanti d’Europa – proprio per questo, mentalmete soffrono assai di più dei miserabili di qualsiai altra nazione”. C’è anche un Melville dei poveri. Non pe filantropia, la deride. Un socialista, quasi scientifico. Dalle ricette semplici: “Pane e carne di manzo, e lavoro adeguatamente pagato”. Racconti che forse per questo reggono all’usura: non si piange, semmai si ride, ma ma la sensazione della povertà diffua a Londra, la megalopoli, e nella remota campagna amaricana è vivissima.
Sei racconti in coppia, uno negli States, l’altro a Londra, con o stesso personaggio per la coppia. Raccnt di metà Ottocente, per due riviste di svago, “Putnam’s” e “Harper’s”. La prima coppia di racconti fu rifiutata da “Harper’s”, rivista brilante, che pubblicava soprattutto eseti inglesi: Ma fu rifiutata per non offendere la sensibilità religiosa dei lettori: il racconto americano è di un povero che si vede rifiutata l’entrata in un tempio lussuoso nuovo di zecca per la funzione domenicale da un sacrestano-buttafuori. Le altre due coppie uscirono su “Putnam’s”, rivista mensile seriosa.
Herman Melville, Il paradiso dei celibi, Passigli, pp. 106 € 8,50

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