venerdì 23 settembre 2016

Merkel saprofita

Non è teatrino politico, non del tutto, e non è sterile, la campagna di Renzi anti-Merkel sulle esportazioni tedesche. E non tanto perché infrangono uno dei soliti parametri di Maastricht. Ma per la ragione economica sottostante: la Germania beneficia delle politiche di sostegno alla domanda (politiche “keynesiane”) nelle economie fuori euro: Usa, Cina, Giappone, Gran Bretagna. Dove il debito è stato grandemente aumentato per questo.
Il fatto è assodato da tempo in Germania, da Peter Bofinger e altri economisti. La Germania segue una politica di rigore fiscale invece che anticrisi e anticongiunturale (keynesiana). E l’ha imposta attraverso Maastricht e il “fiscal compact” all’eurozona: niente sostegni alla domanda. Mentre con le “riforme di struttura” - cioè di desindacalizzazione - che essa ha effettuato dieci anni fa, ha molto migliorato la “produttività del lavoro”, diventando imbattibile sui prezzi all’export. È così la prima beneficiaria delle politiche della domanda, là dove essere sono state e sono praticate in funzione anticrisi dopo il 2007. Se tutti avessero fatto lo “zero spaccato” in bilancio di cui Berlino si gloria, avrebbe notato Keynes redivivo, a quest’ora saremmo tutti morti.
Si spiega così anche il paradosso che la Germania, che è la maggiore economia europea, e la terza  maggiore potenza economica del mondo, ha un peso delle esportazioni sul pil da piccola economia manifatturiera, o da paese del Terzo mondo esportatore di materie prime.
L’Italia invece, per la quale la Germania è la “grande economia”, come gli Usa e la Cina lo sono per la Germania, langue. Langue cioè doppiamente: per non poter praticare le politiche di sostegno della produzione, della domanda; e per non poter contare sulla domanda tedesca, o “grande tedesca”.
Anche questo Renzi mostra di aver capito, che si guarda attorno, agli Usa e dove capita. Ma non ci sono margini per la politica nel riassetto di un’economia – il Lombardo-Veneto è praticamente in simbiosi con la Baviera e la Svevia – o sono angusti, i tira-e-molla con Bruxelles sui vincoli di bilancio. Leconomia non va a bacchetta. Un’azione di riforma della Ue andrebbe invece avviata, non potendo essere dei paesi grandi come l’Italia delle piccole Germanie. E questo non si può fare con le polemiche: è la revisione dell’euro, o la sua disintegrazione.  

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