Gesù è “il
Nazareno”, “vale a dire il santo”, spiega Anatole France: “Non pare si
conoscesse un paese di Nazareth nel primo secolo dell’era cristiana”. Un
racconto laico, ma non irridente: sfiora la bestemmia e l’antisemitismo ma si
tiene entro limiti.
France si
rifà, nota Sciascia, a Tacito, che non dimentica i cristiani - li ricorda nella
persecuzione di Nerone – ma non li apprezza e anzi li disprezza. E alla “Guera
giudaica” di Flavio Giuseppe – è in Flavio Giuseppe l’errore di dire Pilato
“procuratore”, mentre era “prefetto”.
Ponzio
Pilato è vecchio, pensionato in Sicilia, dove possiede terre. Ce l’ha con gi
ebrei, avendo speso la sua vita attiva a Gersualemme senza migliorare la
posizione. Di Gesù il Nazareno non si ricorda.
Con una
nota di Sciascia, che ha voluto anche tradurre il racconto, e lo dice “racconto
perfetto (uno dei più perfetti che il genere annoveri)”, ma è la parte migliore
del libriccino.
Anatole
France, Il procuratore della Giudea
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