Resta grave, malgrado l’ottimismo, lo stato dell’economia:
La Confindustria rivede al ribasso le stime della
crescita dell’economia, allo 0,7 per cento in questo 1016, rispetto all’1,2 per
cento ipotizzato dal governo ad aprile, e allo 0,6 nel 2017, rispetto all’1,4.
Vent’anni fa il pil pro capite dell’Italia era
superiore del 3 per cento alla media dei 19 paesi euro euro, ora è inferiore del
13.
A parità di potere d’acquisto il reddito medio
italiano è al livello di vent’anni fa, 1996.
Tutti i paesi dell’Eurozona, Grecia compresa,
hanno un pil pro capite superiore al livello del 2000, l’Italia inferiore di
uno 0,4 per cento.
Nel Millennio il pil è
aumentato in Spagna del 23,5 per cento, malgrado la crisi
severa del 2007, in Francia del 18,5, in Germania del 18,2. In Italia è calato
dello 0,5 per cento.
La
Spagna supera l’Italia per il pil pro capite. Era il 72 per cento di quello
italiano trent’anni fa, nel 1986, sarà quest’anno superiore di 3 punti
percentuali, forse 4.
Confindustria
stima in otto milioni (7,9) le persone in cerca di lavoro. Il 78,1 per cento in
più rispetto all’inizio della crisi dieci anni fa. Così suddivise: poco meno di
tre milioni di disoccupati (più 78,3 per cento); 2,7 milioni di occupati part-time
non volontari (più 95,9 per cento); 705 mila non occupati in attesa di risposta
ad azioni di ricerca (più 120,8); 1,4 milioni non occupati scoraggiati, che non
hanno compiuto azioni di ricerca attiva (più 40,5).
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