Sarebbe
Aristofane, se non ci fosse di mezzo Roma, e anche il governo, e quindi
l’Italia. E poi con Grillo non si può: il nuovo che avanza è imponente, benché
di “zeppole”, aria fritta gonfiata. Tra fascisti ri-ri-riciclati
(Fini-Alemano\Polverini-Grillo) e tutte le “signora mia” della sparsa
periferia, che dopo “Forum” e “La vita in diretta”, insieme con i “venditori di
polizze” e quelli del “non si trova lavoro”, sono partite alla conquista del
potere. Spalleggiati da una stampa assurda, se non altro perché questi non
leggono, solo i loro tweet, e spesso neanche.
È
finita a commedia da tempo. Con Berlusconi – Grillo non fa ridere, piuttosto fa
paura. Quando Berlusconi fece votare Grillo, per farlo più forte di se stesso –
Aristofane non ci aveva pensato. Ma non c’è stato tempo di accorgersene, per lo
sbalordimento. E ora non si ride: per paura di Grillo? Tanta stupidità
sconcerta.
:"Times New Roman";
mso-hansi-font-family:"Times New Roman";mso-bidi-font-family:"Times New Roman"'>È
come togliere l’anima alle città. Ma non è argomento per la borghesia avida
della rendita urbana, che evidentemente è forte con Grillo. La specificità dell’Italia,
che Roma ha saputo difendere malgrado i tanti attacchi ormai da mezzo secolo a
questa parte, è la continuità dei luoghi, vissuti senza interruzione.
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