“Angelo era un galantomo, ma come tutti
i galantomini siciliani si scantava a morte dei carrabineri”. – Andrea
Camilleri, “La cappella di famiglia”, 287. Vero è, anche ora.
L’etica
del Nord
“Come sa ogni fabbricante, la deficiente
«coscienziosità» dei lavoratori di tal paesi, per esempio dell’Italia in
contrapposto alla Germania, è stato, ed in una certa misura è tuttora, uno dei
principali ostacoli al loro sviluppo capitalistico”: l’altrove anticonformista
Max Weber fa sue in questo passo de “L’etica
protestante e lo spirito del capitalismo” le notazioni di Sombart, “L’economia tedesca
nel diciannovesimo secolo”. Di cui condivide le “precise osservazioni”, eleggendolo
anzi a maestro – anche di “chi si senta spinto a contraddirne sempre più recisamente
le opinioni, e ne rifiuti energicamente alcune tesi”.
Di suo peraltro lo stesso Weber aveva appena
distinto l’avidità settentrionale da quella meridionale: “La «auri sacra fames»
del cocchiere o del barcaiolo napoletano o dell’asiatico esercente analoghi mestieri,
come anche dell’artigiano di paesi sudeuropei o asiatici, si manifesta, come
ciascuno può sperimentare, straordinariamente più penetrante , e in particolare
più esente da scrupoli, di un inglese nello stesso caso”. Un viaggiatore che
avesse “sperimentato” Londra, o lo stesso Dickens qualche anno prima, non l’avrebbe
detto. Ma il sociologo della modernità ne è convinto – lui effettivamente
andava a Napoli di preferenza che a Londra.
Il
ripudio degli “amici degli amici”
In contraddizione con lo spirito tedesco
delle origini, che aveva a cuore gli “amici degli amici”, nella stessa opera
Max Weber spiega il successo negli affari con il rifiuto dell’amicizia.
La “grazia” – la ricchezza – si manifesta
“in fenomeni elementari della condotta e della concezione della vita”, e uno di
questi è “la diffida, che con sorpresa si vede ricorrere così spesso soprattutto
nella letteratura puritana inglese, ad aver fiducia nell’animo e nell’amicizia
degli uomini”. La stessa confessione “sparì silenziosamente, nelle regioni dove
il calvinismo si sviluppò”. Con effetti disastrosi per l’ambiente umano (“fu
così tolto alla coscienza un mezzo per liberarsi periodicamente del senso di
colpa”), ma non importa.
Gli “amici degli amici” non sono nati in
Sicilia, ma in Germania. Sono della monaca
Rosvita, la teatrante, decimo secolo: “Dilecti socius et ipse sit dilectus”.
Saranno stati introdotti in Sicilia dagli svevi?
Pentimento
sartoriale
Si pentono con misura, per evitare l’ergastolo
con le attenuanti generiche, e uscire anche presto con la buona condotta,
esemplare, prima dei trent’ani che di solito vengono loro inflitti per l’omicidio
che hanno confessato – ne confessano uno solo. È una tattica che di colpo ha
fatto macchia d’olio.
All’ultimo dei tanti processi in corso a
Napoli per delitti di camorra, l’omicidio Montanino-Salierno, in un agguato,
dodici anni fa, la pm Stefania Castaldi, pur avendo utilizzato per la sua inchiesta
le dichiarazioni di alcuni degli accusati, ha denunciato il fenomeno: per quell’agguato
ci sono quindici pentiti, ma di tutti – meno uno, l’armiere – la pm ha chiesto
l’ergastolo. Non c’è collaborazione con la giustizia, ha spiegato, ma solo una
tattica processuale.
Un dozzina d’imputati a Napoli negli ultimi
due anni hanno adottato la stessa tattica. Per non finire gli anni in carcere, non
al 41 bis. E magari godersi in vecchiaia una parte del bottino. Una mezza
dozzina ha già ottenuto il non-ergastolo, e il non 41 bis. Una tattica
avvocatesca, che non poteva non prodursi a Napoli, capitale della sartoria e
della giurisperizia – anche il linguaggio è forbito, dei pentiti di un solo
omicidio.
Il fenomeno era però evidente in troppi
processi in Calabria e in Sicilia – probabilmente anche a Napoli. Le Procure non
lo hanno rilevato perché il pentito è sempre utile? A fini di carriera? A fini
politici?
Milano
Roma ha – ha avuto nel 2015 - 14 milioni
di visitatori, Milano 7. Contando anche le scolaresche lombarde comandate a
visitare l’Expo. Ma Milano supera Roma secondo il “Corriere della sera” di
martedì 11 ottobre, e il sindaco Sala: “Da tre anni battiamo Roma”. È una bugia, anche stupida, ma la pubblicità
non è l’anima del commercio?
Milano è sanguisuga: non si sa celebrare
che a spese di qualcun altro. Perfino a volte - nel “Corriere della sera” e per
la sua forma più prestigiosa, Gian Antonio Stella – della Calabria, che è pure
lontana, oltre che povera.
“Lo dico senza arroganza”, dice il sindaco
Sala un altro giorno, “ma Milano non vuole competere con altre città italiane,
quanto piuttosto con le grandi città europee”. Milano come Parigi, o come
Londra. Che non hanno il mare, neanche loro, questo è vero.
Sala c’è mai stato?
Sala vuole Milano prima anche per
turismo: ci sono più turisti che a Roma, afferma intrepido. Forse non è andato nemmeno
a Roma.
Si fatica a non ridere di Milano. Che
però è potente, ed effettivamente fa e disfa l’Italia.
Sala non ha fatto in tempo a passare da
destra a sinistra, e da manager pubblico (dei partiti) a sindaco eletto che
proclama la superiorità di Milano. Sarà stato eletto per questo?
Un festival della castroneria D’Orrico è
riuscito a montare sul milanese “Sette” a proposito dell’insalata che
l’invitata a una cena aveva trovato a mollo nel bidè degli ospiti. Era un bidè
milanese? Non è detto. L’aneddoto risale a Donna Letizia, che dispensava grazie
su “Grazia”, e la nobildonna, moglie di Montanelli, abitava a Roma (e quante lettere
non sono inventate dai curatori di rubriche?). Ma una corrispondente
individuata scrive a D’Orrico che suo marito, “uscito dalla toiletta di un bar
del centro di Milano trovò nel lavandino l’insalata” per i panini del lunch.
Non è bastata l’intronizzazione, al
vertice dell’arte italiana di tutti i tempi, del milanese Caravaggio, si
scoprono ora ben 69 dipinti e disegni. Anonimi ma non fa nulla.
Si scoprono in chiave leghista: devono
coprire, scrive Francesca Pini, “i circa otto anni della formazione del
giovanissimo Caravaggio tra la Lombardia e il Veneto”.
A quando la cancellazione del Caravaggio
di Napoli e la Sicilia - anche di Malta?
A lungo non furono ammessi alla comunione. “I «Lombardi», cioè banchieri, furono spesso, per tale loro qualità, esclusi dal banchetto eucaristico” (Max Weber, “L’etica protestante e lo spirito del capitalismo”), fino a tutto il Cinquecento. Nell’ambito della lotta alla “usuraria pravitas”.
A lungo non furono ammessi alla comunione. “I «Lombardi», cioè banchieri, furono spesso, per tale loro qualità, esclusi dal banchetto eucaristico” (Max Weber, “L’etica protestante e lo spirito del capitalismo”), fino a tutto il Cinquecento. Nell’ambito della lotta alla “usuraria pravitas”.
La
Legalità
Avviene d’estate girando per
l’Aspromonte d’imbattersi qua e là nella giornata della Legalità. Sedie sparse
in una radura nei boschi, un coro di voci bianche, una scuola di fiati e
percussioni, una pedana di legno, dove si al pomeriggio si svolgerà il
dibattito. Tra un giudice, il prefetto, o il suo vice, e qualcuno dell’ordine militare.
Ci sono fondi del ministero per questo.
Non grandi spese, alcune migliaia di euro, giusto per la refezione – è pur
sempre una festa: tutto semplice. Gli ospiti vengono con vetture di servizio.
Le giornate della Legalità servono, si
dice, al controllo del territorio. L’ultima giornata della Legalità seguita
fino al dibattito, vide un esponente dell’ordine forense accusare il vescovo di
Locri Brengatini di “intrallazzi”. Di avere società, conti in banca, traffici vari,
con le cooperative di giovani altrimenti senza lavoro da lui promosse. Sembrava
uno sfogo da circolo dei galantuomini, da sempre mangiapreti. Ma il vescovo è
stato rimosso. Dunque, non è vero che sono giornate inutili.
Fuori dalla radura giacevano i resti di
una Casa del Parco. Un’architettura funzionale e leggera, con molta luce, tutta
di elementi lignei. Ignifugati ma non abbastanza. Costata a due riprese un
milione e mai attivata.
Il Parco l’ha donata al Comune, perché
la mettesse in esercizio, come centro di accoglienza e informazione per gli
escursionisti e i visitatori del Parco. Scolaresche, soprattutto, il Parco vuole
avere una funzione didattica – come le giornate della Legalità. E nella buona
stagione trekker, famiglie e curiosi.
Dopo una dozzina d’anni di abbandono, inaugurata
ma mai aperta, la struttura è stata restaurata. E dotate delle nuove strumentazioni
elettroniche, interattive. Il Comune ne ha disposto l’apertura e ha avviato la
gara per la gestione. Ma solo un gruppo si è candidato. Cui i Carabinieri hanno
negato il nullaosta antimafia. E la Casa una notte è bruciata. Solo la Casa,
nemmeno un ramo circostante, di pini ignivori. Un lavoro pulito.
Si sa anche chi è stato. Gente che da
sempre esclude dal perimetro ogni attività che non sia la sua, di rinfresco,
refezione, svago. Scoraggiando e minacciando chiunque vi si attenti, e bruciando
l’esercizio se necessario – dopo un primo atto intimidatorio, che metta in allarme
le assicurazioni. Ma nessuno è mai stato perseguito.
leuzzi@antiit.eu
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