Era più basso di Marie de Régnier, alla
quale indirizzava queste lettere, “Suora Notte” è lei, e per questo tiene il
rapporto su un registro francescano? D’Annunzio è monomaniaco, ma le sue
seduzioni non sono senza sorprese. Marie aveva all’epoca dell’incontro, prima
della grande guerra, 38 anni, a fronte dei suoi 50, ma una carriera erotica se
possibile più spregiudicata, forte di un matrimonio in bianco col poeta Henri
de Régnier, figlia del poeta de Heredia, poetessa e romanziera essa stessa di
gran nome, con lo pseudonimo Gerard d’Houville.
È a lei che questa edizione impreziosita
a cura di Nicola Muschitiello rende giustizia, evocandone la presenza allora ammirata
nelle lettere parigine. Tanto quanto poi è stato l’oblio: “Morirà nel 1963”,
nota Muschitiello, “quando c’erano già i Beatles!”, in totale amonimita. Sono vicini ad Arcachon,
sulla costa atlantica, dove D’Annunzio vive “poveramente” con i cavali e i
levrieri. Che anche Marie ama. Un incontro galante solo per il potenziale
erotico dei due, niente più di fuggevoli contatti, e occhi persi negli occhi. E
tuttavia, un’altra dimensione di D’Annunzio, quasi ludica. La franca libertina “Gerard
d’Houville” leggerà attentamemnte “Il piacere”, di cui mimerà alcune scene nei
suoi romanzi. E s’indurrà a leggere Jacopone, poiché lo cita in una poesia.
Impreziosita è l’edizione - qui in
originale, con traduzione e fac-simile - delle lettere giù pubblicate
privatamente nel 2000 da Luciano Triglia, che le aveva rinvenute e acquistate
a un’asta, nel dicembre 1993, al parigino Hôtel Drouot.
Gabriele D’Annunzio, Buona sera, cara Notte, Filema,
remainders, pp. 104, ill.. € 4,65
Nessun commento:
Posta un commento