martedì 11 ottobre 2016

Amore francescano tra libertini

Era più basso di Marie de Régnier, alla quale indirizzava queste lettere, “Suora Notte” è lei, e per questo tiene il rapporto su un registro francescano? D’Annunzio è monomaniaco, ma le sue seduzioni non sono senza sorprese. Marie aveva all’epoca dell’incontro, prima della grande guerra, 38 anni, a fronte dei suoi 50, ma una carriera erotica se possibile più spregiudicata, forte di un matrimonio in bianco col poeta Henri de Régnier, figlia del poeta de Heredia, poetessa e romanziera essa stessa di gran nome, con lo pseudonimo Gerard d’Houville.
È a lei che questa edizione impreziosita a cura di Nicola Muschitiello rende giustizia, evocandone la presenza allora ammirata nelle lettere parigine. Tanto quanto poi è stato l’oblio: “Morirà nel 1963”, nota Muschitiello, “quando c’erano già i Beatles!”, in totale amonimita. Sono vicini ad Arcachon, sulla costa atlantica, dove D’Annunzio vive “poveramente” con i cavali e i levrieri. Che anche Marie ama. Un incontro galante solo per il potenziale erotico dei due, niente più di fuggevoli contatti, e occhi persi negli occhi. E tuttavia, un’altra dimensione di D’Annunzio, quasi ludica. La franca libertina “Gerard d’Houville” leggerà attentamemnte “Il piacere”, di cui mimerà alcune scene nei suoi romanzi. E s’indurrà a leggere Jacopone, poiché lo cita in una poesia.
Impreziosita è l’edizione - qui in originale, con traduzione e fac-simile - delle lettere giù pubblicate privatamente nel 2000 da Luciano Triglia, che le aveva rinvenute e acquistate a un’asta, nel dicembre 1993, al parigino Hôtel Drouot.
Gabriele D’Annunzio, Buona sera, cara Notte, Filema, remainders, pp. 104, ill.. € 4,65

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