Londra
vuole restare parte del mercato comune e dei progetti di difesa integrata
europea, e insieme riacquistare piena autonomia, oltre che di bilancio, che già aveva,
anche in materia di libera circolazione. La posizione negoziale avanzata dal
primo ministro May ricalca quella dei fautori della Brexit, tra essi il suo
ministro degli Esteri Boris Johnson.
L’Unione
Europea non avrà altra risposta che accettare queste condizioni. Con ciò
sancendo la fine del progetto politico, di una Europa unita: ci sarà l’Europa
alla carta, come al ristorante, su ordinazione.
La
Brexit, contrariamente a quanto si dice, non è una catastrofe per la Gran
Bretagna, e può anzi essere un capolavoro diplomatico - arte nella quale Londra
è sempre stata specialmente abile. Mentre sarà la fine dell’Europa unita: l’Ue
non ha altra via che adire alle richieste di Londra. La Brexit ne sta portando
a galla tutta la debolezza. Di intelligenza politica e di management della
politica stessa.
Invece
che un errore, Brexit si sta dimostrando una strategia vincente. Anche di
fatto, sui mercati: la comunità internazionale punta su Londra fuori dalla Ue
più di quanto ci puntava dentro la Ue.
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