L’ex sindaco
Marino assolto non è un errore giudiziario. È il modo di essere di una
giustizia ridotta a politicanteria. L’uomo è stato calunniato per anni. Ha perso
con ignominia la carica di sindaco. Il suo partito l’ha obbligato a dimettersi,
mandando i consiglieri comunali a dimettersi dal notaio. E tutti insieme il suo
partito e i giudici della Procura, che a Roma sotto Pignatone sono dello stesso
partito, hanno consegnato la capitale ai grillini.
Una
sconfitta per Renzi, anche. Considerato che Matteo Orfini, il suo commissario
per il Pd romano, è solo un suo compagno di calcio balilla. Ma questo non offende
nessuno, giusto Renzi e il suo partito. La giustizia romana è invece una brutta
roba.
116richioeste di archiviazione per Mafia Capitale, in aggiunta alla mezza dozzina prospettata la
settimana scorsa, non sono un errore giudiziario né un caso. In teoria, fanno onore a una
Procura: significano che non lavora contro questo o quello ma per la giustizia.
Ma non è questo il caso. Le richieste di archiviazione in questo caso sono l’esito
di: 1) Una serie di intercettazioni disposte a tappeto e a piacimento. 2) Un atto violento reiterato
116, o 122, volte: di alcuni indagati sono state divulgate intercettazioni e
indiscrezioni, altri sono stati protetti nella massima discrezione. 3) Sono un
uso politico, cioè fazioso, cioè mafioso, dell’apparato giudiziario. Senza
responsabilità e senza colpe dell’apparato repressivo: nel’ordinamento italiano
si può indagare liberamente chiunque. 4. Tutto
per non dire che Buzzi, ex galeotto, era parte di una comunità di recupero e
assistenza agli ex carcerati. 5. Tralasciando il fatto che, personalmente incorrotto,
era manager abilissimo nelle pieghe del terzo settore – e per questo uomo di
fiducia della Lega delle Cooperative a Roma.
Settore
che avrebbe dovuto essere il vero oggetto di una vera indagine.
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