venerdì 7 ottobre 2016

Dove è la mafia nella capitale

L’ex sindaco Marino assolto non è un errore giudiziario. È il modo di essere di una giustizia ridotta a politicanteria. L’uomo è stato calunniato per anni. Ha perso con ignominia la carica di sindaco. Il suo partito l’ha obbligato a dimettersi, mandando i consiglieri comunali a dimettersi dal notaio. E tutti insieme il suo partito e i giudici della Procura, che a Roma sotto Pignatone sono dello stesso partito, hanno consegnato la capitale ai grillini.
Una sconfitta per Renzi, anche. Considerato che Matteo Orfini, il suo commissario per il Pd romano, è solo un suo compagno di calcio balilla. Ma questo non offende nessuno, giusto Renzi e il suo partito. La giustizia romana è invece una brutta roba.
116richioeste di archiviazione per Mafia Capitale, in aggiunta alla mezza dozzina prospettata la settimana scorsa, non sono un errore giudiziario né un caso. In teoria, fanno onore a una Procura: significano che non lavora contro questo o quello ma per la giustizia. Ma non è questo il caso. Le richieste di archiviazione in questo caso sono l’esito di: 1) Una serie di intercettazioni disposte a tappeto e a piacimento. 2) Un atto violento reiterato 116, o 122, volte: di alcuni indagati sono state divulgate intercettazioni e indiscrezioni, altri sono stati protetti nella massima discrezione. 3) Sono un uso politico, cioè fazioso, cioè mafioso, dell’apparato giudiziario. Senza responsabilità e senza colpe dell’apparato repressivo: nel’ordinamento italiano si può indagare liberamente chiunque. 4. Tutto per non dire che Buzzi, ex galeotto, era parte di una comunità di recupero e assistenza agli ex carcerati. 5. Tralasciando il fatto che, personalmente incorrotto, era manager abilissimo nelle pieghe del terzo settore – e per questo uomo di fiducia della Lega delle Cooperative a Roma.
Settore che avrebbe dovuto essere il vero oggetto di una vera indagine. 

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