Il sottotitolo è promettente, tanto più
sapendo quacosa del soggetto. La trattazione è deludente: la “spia più
seducente” è ridotta a una mangia uomini. Anzi no, a unna donna in età, sempre
al lavoro, traduttrice, intrattenitrice, spia, ingrassata, affaticata, poiché
soprattutto i suoi anni londinesi, gli ultimi di una vita molto avventurosa,
sono ricostruiti. Strano build-up.
Il ritratto insuperato resta quello di
Nina Berberova trent’anni fa, “Storia della baronessa Budberg”, affascinante in
tutte le pieghe, e anche documentato. Moura,
ucraina di nascita, sposa di un barone baltico, fu l’amante di una spia inglese
a Mosca al tempo dell’attentato a Lenin. Quindi segretaria di Gor’kij, dopo
assidua corte, la “donna di ferro” che lo scrittore vagheggiava, anche se ormai
solo le sorti del genere umano l’appassionavano, e per esso del socialismo. Il
rapporto durò familiare a Mosca, in Germania, e infine, per trtdici anni, a
Sorrento. Qui si concluse con la decisione di Gor’kij di rientrare in Russia. E
di Moura, senza motivo apparente, di separarsene. Non prima però d’avere avuto
da Gor’kij l’archivio da custodire a Londra.
A fine
aprile 1933 Moura parte con l’archivio per Londra. L’8 maggio Gor’kij lascia
Sorrento per Odessa, via Istanbul. Il 15 Moura arriva a Istanbul con l’Orient
Express. Il 16 visita con Gor’kij Santa Sofia, e lo stesso giorno riparte per
Londra. Dove diventerà l’amante di H.G.Wells per altri tredici anni, fino alla
morte dello scrittore, e l’anfitriona della intellettualità britannica. Ma
sempre fu spia di Mosca – la Cekà, la polizia politica dei primi tempi
sovietici, usava come provocatori graduati baltici sbandati, mezzo tedeschi,
mezzo russi e niente per sé. A Londra Moura diffonderà lo spionaggio fra i
grandi intellettuali di Cambridge.
Gor’kij
sarà “avvelenato” ufficialmente nel 1938, due anni dopo la morte, per volere di
Stalin. Il Piccolo Padre ebbe bisogno di un pretesto per liquidare Yagoda, che
gestiva la polizia politica, allora Nkvd. Dopo avere imbastito i processi nel
1936 sulle carte che lo scrittore aveva affidato a Moura da tenere al sicuro a
Londra, da Yagoda riportate a Mosca. Due anni dopo il viaggio trionfale per
tutte le Russie che personalmente gli aveva organizzato, a ridosso della morte
misteriosa di Max, il figlio adorato di Gor’kij, e la presidenza del primo
congresso degli scrittori sovietici – riunito a varare il realismo socialista
da Gor’kij aborrito, di cui era ghiotto Stalin. Finisce così provocatore lo
scrittore del popolo Gor’kij. Le coincidente insomma sono molte.
Anche il volet Wells non è male – ma di
questo sia il “romanzo” inglese che quello francese abbondano. Era il miglior
fico di londra, reduce dall’eugenetista Margaret Sanger, e comapgno di Rebecca
West, che lascerà per Moura. Era pure uno che non si poneva domande. La
baronessa e lo scrittore non furono una copia pingue in età, ma una sorta di
amanti diabolici.
Deonfield
e McDonad ne hano fatto una storia d’amore: Moura aspetta sempre, tra i tanti
amori, il suo agente inglese a Mosca Lockhart, col quale condivise l’avventura
dello spionaggio al tempo di Lenin e la prigionia. Per uscire dalla quale,
però, lei dovette diventare spia del’Urss – ai danni di Gor’kj soprattutto e
poi da Londra, una delle tante spie eccellenti nell’establishment intellettuale. Mentre Bruce Lockhart, pur
vivendo gli stesso a Londra, fino alla morte nel 1970, e in posizione cospicua,
non la cercò mai. Si proclamò agente segreto con un libro di memorie molto fortunato,
la Warner Brothers ne fece anche un film, “British Agent”, prodromo di un
filone editoriale che dura tuttora, nonché per lui di una carriera fortunata di
giornalista, alla Bbc, e di scrittore. Fu durante la guerra il direttore della
propaganda contro le potenze dell’Asse. E si sposò almeno un paio di volte.
Alexandra
Lapierre le fa un inno, benché lungo. Moura attraversa la grande e migliore
politica europea, costeggiando Stalin, Churchil, e anche de Gaulle. E la
migliore cultura euuropea, a Mosca, a Berlino, a Capri-Sorrento, e a Londra. Incarnando
“la Vita, la Vita a ogni prezzo” – come se il ersto del mondo si lasciasse
morire. Ma ne fa un romanzo godibile – del tutto sconnesso con la triste reatà
ma “convincente”.
Jeremy Dronfield-Deborah McDonald, A
very dangerous woman: The Lives, Loves and Lies of Russia’s Most Seductive Spy,
Oneworld, London, pp. 400 € 25
Alexandra Lapierre, Moura. La mémoire incendiée, Flammarion, pp. 730 € 23
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