Quello che sapete – gli “ultimi giorni
di Pompei” - preparato e vissuto ai margini. Con tutto il necessario, Plinio
il Vecchio, gli imperatori Flavi, la flotta imperiale, un’avanzatissima
idrologia, il Vesuvio, i segni premonitori, e ancora di più, la moderna
vulcanologia, i sintomi, le analisi. Ma visti di sguincio, attraverso l’aquarius dell’Acquedotto Augusteo da Capo Miseno a
Pozzuoli, apice a Benevento, che solo si occupa di riparare l'acquedotto,
infiltrato e interrotto dal magma ancora sotterraneo. Il climax
dell'anticlimax.
Un best-seller (intrighi, amori,
catastrofi) in forma di anti-bestseller (ananke,
storia, mediocrità). Una sfida forse, come se Harris fosse insoddisfatto della
sua stessa bravura, o un divertimento,
ma anche per il lettore. E poi, i pompeiani, non erano simpatici, che solo
pensavano al soldo. O i numinosi Campi Flegrei, che una razza di galeotti già
allora popolava, progenie di assermentati alle galere imperiali, venticinque
anni ai remi per ottenere la cittadinanza romana. Un’antichità vivente.
Robert Harris, Pompei, Oscar, pp. 297 € 10,50
Nessun commento:
Posta un commento