mercoledì 26 ottobre 2016

La percentuale sugli immigrati naufraghi

La Procura di Roma che indaga sulla Marina, su fatti del 2013, sull’assistenza ai barconi in emergenza, un’indagine ridicola e tragica insieme, non saprebbe essere denunciata con abbastanza forza. L’oggetto dell’inchiesta è il ritardato intervento della nave militare “Libra”, la più vicina a un  barcone in difficoltà, l’11 ottobre 2013. L’Sos era stato lanciato alla Marina italiana, ma il barcone si trovava in acque maltesi, e all’epoca le operazioni si svolgevano sotto comando unificato europeo. L’Sos fu girato dalla Marina italiana a quella maltese, che prese in carico il salvataggio, in un paio di minuti. La “Libra” fu richiesta d’intervenire dalle autorità maltesi dopo cinque ore. Si salvarono 212 persone, ne morirono “almeno 268”.
Dov’è l’omesso soccorso oggetto dell’inchiesta della Procura di Roma? Dov’è lo scandalo? Nel fatto che non c’è nulla da indagare. Ma ben due Procuratori della Repubblica se ne occupano, Santina Lionetti e Francesco Scavo, che evidentemente non hanno altro da fare. E la Guardia di Finanza di Fiumicino, scalo come si sa di tutto riposo, dove non transitano droga né immigrati, e quindi bisogna trovarsi di che giustificare lo stipendio. Insieme per dare lustro a una leva di avvocati a percentuale, che propongono denunce all’immigrato innominato, cui carpiscono una firma in conto ripartizione dei futuri risarcimenti dello Stato. E perché quel salvataggio e non un altro – i salvataggi sono giornalieri, con morti purtroppo anch’essi giornalieri? Perché la “Libra” era comandata da Catia Pellegrino, la prima donna comandante, di cui la Marina si faceva bandiera.
Un plot televisivo, da mugwump santoriano. Ma perché farlo pagare a noi? Perché nel nome della giustizia piuttosto che dei processi al talk-show? Perché distogliere l’apparato repressivo dai fatti criminali?
L’immigrato clandestino che ricatta lo Stato italiano è tema da farsa. Una percentuale agli avvocati sui morti in mare, anche. Ma gli avvocati a percentuale agiscono col comparaggio evidente della Procura di Roma, che non ne cestina gli esposti.

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