sabato 15 ottobre 2016

Sade divertente non piace

La vena leggera del marchese, prima della prigione e l’ossessione, della quale è eponimo. Storie anche salaci, ma briose, e più divertite che cattive. La raccolta, qui prefata da Lemaire, è stata messa assieme tra le due guerre da Maurice Heine, uno dei tre scopritori di Sade, con Apolinaire e Gilbert Lély.
Le “Storielle” riprendono il titolo di Tallemant des Réaux, i “Racconti e favolelli” sarebbero opera di un trovatore non più prude del Settecento. Le prime “Storielle” sono copiate da Mme du Noyer, l’ugonotta impenitente che frequentò anche la Provenza cattolicissima e il castello dei Sade, tra Sei e Settecento, ripresa dalle sue “Lettres historiques et galantes”. Altri sono rifacimenti dei racconti in versi alla moda ancora nel primo Settecento, di cui era specialista Jean-Baptiste Grécourt. È l’apprendistato di Sade: la formazione letteraria si faceva allora copiando. Sade ne fece in abbondanza, anche di Voltaire, Freret e D’Holbach.
Un vena boccaccesca. Heine ha riprodotto una serie di quaderni bene ordinati del lascito, nei quali ha trovato il progetto di una raccolta di racconti da intitolarsi “Il Boccaccio francese”. Si pensava i Sade legati, via Laura, a Petrarca, e invece il legame è con Boccaccio. A meno che non abbia ragione Malaparte, e Boccaccio, quello del “Decameron”, non l’accigliato filologo, abbia qualche nascosta radice francese… Un Sade simpatico, che però non piace, e va al macero.
Sade, marchese di, Storielle, racconti e fabliaux, Lindau, remainders, pp. 260 € 10,50

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