Appassionante
è la disputa intorno a “Elena Ferrante”. Specie per chi si è fermato a “L’amore
molesto”, senza nemmeno vedere il film – Martone, il regista del film, è uno
geniale. Un caso che farà storia nel marketing: “Elena Ferrante” è in cima alle
vendite in Germania oltre che in Italia, e lo è stata a lungo in Francia e
negli Stati Uniti, dove però resta ai primi posti.
Una
strategia di successo opera di un’azienda piccola e anzi piccolissima. Forse
addirittura familiare. In un settore, quello editoriale, avaro di glamour. Col coinvolgimento emotivo e di
curiosità, in più delle vendite, di un folto
pubblico: vedi le inchieste, le perizie, le testimonianze, le ricostruzioni,
umori di vario segno, dei maggiori giornali, “Corriere della sera”. “la
Repubblica”, “New York Review of Books”, “Guardian”, “La lettura” oggi,
“Il Sole 24 Ore” più volte. Una festa,
la panna non cessa di montare: tutto nella vicenda è geniale.
La
ciliegina sulla torta sono le due ultime, voluminose, documentate, inchieste.
Una patrimoniale e una filologica, con strumenti raffinatissimi di ricerca. A opera
di due autori, Claudio Gatti e Simone Gatto, che evocano un che di felino: un
balzo in avanti, geniale anch’esso?
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