Sa
di buffo, se non fosse anche un po’ tragico, il doppio ruolo di Renzi, di capo
del governo e capo del partito D emicranico. Perché il partito non c’è. Per
quel poco che se ne manifesta è un dei tanti gruppi anti-Renzi, e di suo
accumula solo insufficienze, anche penose.
Un
partito d’incapaci. Ha vinto le elezioni e non ha saputo fare il governo –
glielo ha dovuto fare Napolitano, l’allora presidente della repubblica, con la
stampella della destra. Anche in precedenza, quando si chiamava dell’Ulivo,
aveva vinto varie elezioni, e sempre si era mostrato incapace di governare.
Un
partito di rancorosi. Ha silurato Prodi più volte, che adesso invoca contro
Renzi. E silura Renzi, compatto al referendum, non sa nemmeno in nome di che o
di chi. Anche magari a costo di perdere poi le elezioni.
Un
partito di stupidi. Voleva commissariare Roma per mafia. Roma. La capitale
d’Italia. La capitale della cristianità. La città più grande d’Italia. E un
sindaco Pd.
Lo
stesso Renzi a questo punto c’è da chiedersi: ma chi è, cosa vuole? Se organizza
un congresso a gennaio di un partito che non c’è.
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