Le banche italiane sono a rischio? Si. Indipendentemente
dal referendum, e dai possibili interessi della City che il “Financial Times” abbia
potuto esprimere lanciando l’allarme. Almeno otto banche sono in difficoltà da
anni, e non se ne viene fuori – il Monte dei Paschi è al terzo aumento di capitale
ingente, dal 2011, per complessivi dieci miliardi.
L’assoluzione di oggi al processo Banca Etruria dice
anche perché si è arrivati a tanto: i dirigenti Etruria non hanno ostacolato la
Vigilanza della Banca d’Italia. È la
Vigilanza che non è stata rigorosa.
Il fatto viene sottovalutato. E questo è il punto
peggiore della crisi. Del perché otto banche siano in crisi non ci si interroga
nemmeno, e questo rende la soluzione introvabile – ogni soluzione è una pezza,
che in poco tempo si consuma. Il fatto è che la Vigilanza è stata – ed è –
lasca. In linea con i dettami del mercato, che le banche devono essere libere
da ogni vincolo, più che per imperizia o favoreggiamento.
Le banche – Bazoli in testa - si sono scrollate di dosso il dirigismo della Banca
d’Italia mandando il governatore Fazio a processo e sostituendolo col liberista
Draghi. Sotto Draghi, la Vigilanza di Annamaria Tarantola ha prodotto il Monte
dei Paschi, un scandalo a ogni suo passo senza mai un alt dalla banca centrale.
Col debole Visco si è proceduto in scioltezza al quasi fallimento delle popolari
venete, dell’ex Cassa di risparmio di Genova, delle quattro banche dei titoli
sub-prime. Incrociando le dita sul Monte dei Paschi.
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