mercoledì 30 novembre 2016

Il peccato è della Vigilanza

Le banche italiane sono a rischio? Si. Indipendentemente dal referendum, e dai possibili interessi della City che il “Financial Times” abbia potuto esprimere lanciando l’allarme. Almeno otto banche sono in difficoltà da anni, e non se ne viene fuori – il Monte dei Paschi è al terzo aumento di capitale ingente, dal 2011, per complessivi dieci miliardi.
L’assoluzione di oggi al processo Banca Etruria dice anche perché si è arrivati a tanto: i dirigenti Etruria non hanno ostacolato la Vigilanza della Banca d’Italia. È  la Vigilanza che non è stata rigorosa.
Il fatto viene sottovalutato. E questo è il punto peggiore della crisi. Del perché otto banche siano in crisi non ci si interroga nemmeno, e questo rende la soluzione introvabile – ogni soluzione è una pezza, che in poco tempo si consuma. Il fatto è che la Vigilanza è stata – ed è – lasca. In linea con i dettami del mercato, che le banche devono essere libere da ogni vincolo, più che per imperizia o favoreggiamento.
Le banche – Bazoli in testa - si sono scrollate di dosso il dirigismo della Banca d’Italia mandando il governatore Fazio a processo e sostituendolo col liberista Draghi. Sotto Draghi, la Vigilanza di Annamaria Tarantola ha prodotto il Monte dei Paschi, un scandalo a ogni suo passo senza mai un alt dalla banca centrale. Col debole Visco si è proceduto in scioltezza al quasi fallimento delle popolari venete, dell’ex Cassa di risparmio di Genova, delle quattro banche dei titoli sub-prime. Incrociando le dita sul Monte dei Paschi. 

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