La
politica del rifiuto della politica, il cosiddetto populismo, affligge tutti
gli schieramenti evidentemente, la destra come la sinistra. Ma il fenomeno
monta per l’inadeguatezza della sinistra post-Muro. Piena di risentimento o\e
di servilismo verso il potere, che oggi si chiama mercato - di conformismo. Col
sopracciò intollerante e intollerabile da vecchi notabili, pieni di niente.
Si
dice populismo ma è l’espressione del voto popolare, delle masse dimenticate. È
la mobilitazione che la sinistra non sa e non vuole innescare. Arpionata agli
interessi costituiti, seppure sotto forme liberali: della finanza, dei
monopoli, dell’industrializzazione-corruzione di ogni istanza, dal cibo bio
alla stessa anticorruzione. Affogata, quando ancora vive, nel rancore. Virginia
Raggi ne è un macroesempio: una candidata da nulla è stata montata dagli ex Pci
in odio a Renzi – al primo turno da soli, è al secondo turno che l’odio ha
accomunato i berlusconiani.
Il
populismo è un’antipolitica in cerca di una politica – in alternativa c’è l’assenteismo
elettorale.
Se
cavalcato dalla sinistra, non esce dall’indistinto, dal conformismo. Da quelli
che si chiamavano i poteri forti, cui la sinistra europea e americana si
protesta aggiogata. Della conservazione, sociale, culturale, politica. Della
presunzione di superiorità, dei diritti, le strategie, i proponimenti.
Se
cavalcato dalla destra, è disorientato: abbandonare l’euro? abbandonare Bruxelles?
emigrare? Tanto forti nel voto, Le Pen, Grillo e Salvini non sanno – non saprebbero
– che fare.
Trump non lo sappiamo, ma forse no, forse Trump ha una politica. Ci dicono che la sua vittoria è il trionfo del populismo. Isolazionaista, razzista etc.. Ma non si vincono così nettamante le elezioni in America, un paese molto diversificato e dove il voto si combatte per mesi in mare aperto, con minacce di rivalsa.
Berlusconi
ne è stato un pallida figura in Italia perché non ha avuto coraggio – è lui
stesso parte del conformismo che attanaglia la sinistra. Grillo ne è espressione
più coerente, seppure anche lui conformista a sua volta: dell’improvvisazione,
del web, del volontarismo (la mancanza totale di filtri).
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