Amour – La parola chiave è da sempre transgender, almeno in
francese: maschile al singolare, femminile al plurale.
Anche la Pasqua in francese ha questa ambivalenza, e la
delizia.
Andrea Camilleri – Renzi “mi fa paura
quando racconta balle: ad esempio che il futuro dei nostri figli dipende dal
referendum. Mi pare un gigantesco diversivo per realizzare un altro disegno”.
“Quale?”
“Mi sfugge, ma c’è”.
Dopo aver esordito con l’unanimismo: “Nel Dopoguerra ci siamo combattuti duramente, ma avevamo
lo stesso scopo: rimettere in piedi il Paese. Oggi quello spirito è scomparso”.
Al referendum “pur di votare No mi sottoporrò a due
visite oculistiche, obbligatorie per entrare nella cabina elettorale
accompagnato”. Ma non per misoneismo: “Io le riforme le voglio: il Senato deve
controllare la Camera, non esserne il doppione. Ma questa riforma è
pasticciata. E non ci consente di scegliere i nostri rappresentanti”.
Camilleri si inquadra da sé parlando con Cazzullo sul “Corriere
della sera” ieri come il notabile vecchio corso che traspare dai suoi racconti:
Soprattutto da Montalbano, che dice ricalcato sulla figura del padre amatissimo:
il galantuomo, altra figura corrente nel vecchio notabilato meridionale. Anche
in aspetto di “fascistone”, marciante ma socievole.
Antiamericano naturalmente, il giusto. Ricorda di aver visto
coi suoi occhi il generale Patton, solo “su
una jeep guidata da un negro”, col quale parla unicamente battendogli le nocche
sull’elmetto, che si ferma, scende, prende una piccola croce di legno sulla tomba
di un soldato tedesco, la spezza, risale sulla jeep, dà due colpi sull’elmetto
del negro, e se ne va.
Sordamente comunista. Sciascia non lo sopportava, e questo
non depone a favore. Non senza motivi, però: “Nei
giorni del sequestro Moro lui e Guttuso andarono da Berlinguer e lo trovarono
distrutto: Kgb e Cia, disse, erano d’accordo nel volere la morte del
prigioniero. Sciascia lo scrisse. Berlinguer smentì, e Guttuso diede ragione a
Berlinguer. Io mi schierai con Renato: era nella direzione del Pci, cos’altro
poteva fare?”
Comicità – Aldo Grasso, che non
se ne è “persa una” del “Young Pope”, lo mette tra le opere “sublimemente
ridicole”. Di “un compiacimento fastidioso ed esagerato che raggiunge punte
acuminate di comicità involontaria”, eccetera – “i protagonisti affrontano i
massimi sistemi… come se fossero venditori ambulanti – logorroici, petulanti e
sottilmente sadici”.
Tra vent’anni, dovendosi celebrare il “Grande Regista”, che
“come lui non ce n’è più”, dirà che non l’ha detto, e dunque è bene siglare la
sua prosa, ppv, per presa visione. Anche perché i genitori del giovane papa sono
hippie e non yuppies, come li vuole il critico, la due specie confliggono – la cosa
effettivamente è comica.
Soprattutto, Grasso
è filologico: “Non è un racconto (non c’è trama o, almeno, è flebile), ma,
volutamente, un antiracconto”. E che vuol dire, “Guerra e pace” è un antiracconto? Ma questo è possibile: che dopo
aver lodato tanta fiction tv, e dunque averla vista senza perdersene una, uno
sbarroccia.
Lettura – Il telefonino fa bene al libro? Non abbiamo un minuto
ormai che per compulsare il cellulare. Ma la vendita\acquisto di libri è in
aumento, secondo tutte le rilevazione, dell’Aie, l’associazione degli editori, o
della Nielsen, e nelle elaborazioni di Giuliano Vigini. Si compra senza
leggere? Improbabile, in questa crisi ormai decennali siamo circospstti anche
sul costo del caffè al banco.
Salgari – Tra originali e derivati, carta e ebook, si può scegliere
fra 554 edizioni in libreria. È scrittore immortale? Il bollettino n. 83 della
libreria D’Ambrosio di Napoli (marenagnum.com), reca in offerta 73 titoli,
pubblicati da un numero vasto di editori, quindi già fuori diritti, degli
anni 1910 e 1950 – due generazioni ( 16
di Verne).
Schwärmerei – È il
fanatismo, o “entusiasmo” del Settecento tedesco. Cosi nominato in riferimento alle
sette mistiche degli Schwärmer dei tempi di Lutero, protestanti per lo più
anabattisti: “sciamanti”, cioè irrequieti, dissidenti per costituzione – “simili all’incessante,
confuso sciamare, schwärmen, delle
api (Mittner).
Oggi Schwärmen è ridotto
all’uso familiare, per “essere innamorato”, “avere una cotta”. Ma fu la parola
poetica per eccellenza dell’Ottocento. Lo Schwärmer di Lavater si perde nelle fantasie
trascendentali. Ma di più era schwärmer
l’attenzione e il culto della natura, che darà fondo al romanticismo. In
entrambi gli sviluppi si direbbe il proprio dello scrittore: quello che vive
nella natura e nella trascendenza. Lecito, legittimo, e anzi tanto più tanto
meglio.
Sherlock Holmes – Il metodo Sherlock Holmes fu prima ancora del
senatore di Bergamo Giovani Morelli, “Ivan Lermolieff”. Un altro medico sviato
come Conan Doyle. Inventore dell’attribuzionismo dei manufatti d’arte, maestro
di Berenson e Venturi, il senatore lasciò tutto alla cittadina Accademia
Carrara - dopo aver riccamente venduto allo Städelmuseum di Francoforte le “Streghe”
bonazze di Baldung Grien.
“Mr Holmes – Il mistero
del caso irrisolto”, il film di Sherlock Holmes vecchio (Ian McKellen) che Bill
Condon ha tratto da “A slight Trick of the Mind” di Mitch Cullin, è di culto
immediato, oltre che per lo straordinario protagonista e la fotografia
idilliaca, perché dà al detective quello che nelle tante storie gli è mancato:
un’emozione. Si direbbe un affetto, nel caso per una donna, che lo ha guardato
e gli ha parlato. E per un ragazzo che è un figlio.
Si direbbe la
creatura di Conan Doyle l’uomo piatto, il bidimensionale di “Flatlandia” – suo
contemporaneo peraltro, Abbott lo scrisse nel 1884.
letterautore@antiit.eu
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