La
giudice del primo processo Stato-mafia, quello a carico di Calogero Mannino,
dichiara in 500 pagine “immotivate” e “unidirezionali, e comunque indimostrate”,
le accuse della Procura, “farraginosa” l’inchiesta, estorte le dichiarazioni di
alcuni pentiti, “nel corso di interrogatori anche molto sofisticati”.
Non
sarà stata la giudice, Marina Petruzzella, parte del complotto? Solo che allora
avrà avuto una diecina d’anni, e dunque è vero che la mafia parte da lontano?
Fatica
tre giorni la sentenza della giudice Petruzzella per trovare le pagine di “la
Repubblica-Palermo”. Se non lo dice il giornale non esiste?
Ben
quattro giudici della Procura di Palermo sono impegnati da una dozzina d’anni
sullo Stato-mafia. Raccogliendo per ora solo assoluzioni. Fanno ricorso, è
vero. E dunque saranno impegnati nel processo ancora una dozzina d’anni. E la
mafia?
Si
accanisce la Cassazione contro Caprotti, benché morto: il suo “Falce e
martello” è una inchiesta giornalistica
e non opera d’autore, ha ora statuito, e quindi è diffamatorio delle Coop.
Anche se dice cose note e trite.
La
Cassazione gioca sulla dimostrabilità dell’assunto, essere state le Coop favorite
per la grande distribuzione nelle regione ex rosse. Dove sono le carte, le
intercettazioni, le testimonianze? Già, dove sono?
Ma
non c’è una sola Cassazione. Altre due sezioni della Corte hanno negli stessi
giorni respinto due analoghe denunce di Coop contro Esselunga per il libro di
Caprotti. Mentre, essendo defunto il presunto colpevole, anche la Coop a cui la
Suprema Corte ha dato ragione ha deciso di ritirare la querela. I supremi
giudici non hanno altro di cui occuparsi?
Tutti
piangono il terremoto, ma una buona metà dei Comuni in Calabria e Campania, tra
essi Napoli e molte cittadine delle pendici del Vesuvio, non ha approntato il
piano di evacuazione. I termini per la presentazione dei piani alla Protezione
Civile sono scaduti proprio in questi giorni di terremoti, nella disattenzione.
Sostegno
pieno alle Procure e le Polizie italiane che inquisiscono i politici, anche se
sempe dello stesso partito, “persecuzione” dell’Fbi per le mail di Hillary
Clinton, anche se non è una mammoletta: “la Repubblica” grida al complotto.
Doppia morale, linguaggio doppio?
Pignatone
si fa intervista da Bianconi sul “Corriere della sera” per “giustificarsi” dell’enorme numero di richieste dia archiviazione, dopo
due anni, nel processo Mafia Capitale. Sono archiviazione, dice, per lo più di reati
minori, concorrenti di altri per i quali lo stesso accusato magari è stato
condannato. Ma conferma gli accusati che non c’entravano sono poco meno della
metà degli inquisiti.
Pignatone
va oltre col fido Bianconi. Portando a esempio dell’equanimità delle Procure un
suo processo di ‘ndrangheta in cui gli archiviati furono 161. Un piccolo
numero? Erano più del doppipo dei perseguiti in giudizio.
Dice
Pignatone ancora a Bianconi che i giudici non hanno nessuna colpa del vezzo di
condannare gli accusati senza processo. Che questo è un vizio dei giornalisti.
E il giornalista, cronista giudiziario tra i meglio informati dalle Procure,
non obietta. Sarà Bianconi un vizioso?
Con
scarsa tempestività il capo dell’Fbi incrimina Hillary Clinton alla vigilia del
voto, per fatti noti e discussi da anni. Delle due l’una. O, da superpolizia, l’Fbi
non è stato tempestivissima. Oppure un partito non può governare per più di due
mandati. Dopo Reagan Bush, un altro repubblicano, ma fu un errore. Poi due
volte Clinton, democratico, poi due volte il repubblicano Bush jr. Dopo le due
volte del democratico Obama, tocca a un repubblicano, sia pure l’impresentabile
Trump?
Boeri
critica l’Ape, l’anticipo della pensione, che lui ha proposto e caldeggiato, e dice
che costerà 44 miliardi e non 7, come dice il governo. Mentre la sua proposta avrebbe
portato a un risparmio del 4 per cento del pil (oltre 100 miliardi…). Poi dice
che non l’ha detto – ma l’ha detto. Ma non si dimette. Né il governo lo
dimette.
Il
governo dice che la proposta di Boeri avrebbe avuto un costo di oltre 20
miliardi. Inezie.
Ma,
se l’Ape è rovinosa, perché Boeri l’ha proposta e caldeggiata – contro tutto il
resto dell’Inps, tra l’altro? Perché il
governo si è dovuto sobbarcare a fare una legge della proposta del presidente dell’Inps,
è solo questa la ratio dell’Ape,
nessun altro la richiedeva e la voleva.
Boeri,
buon critico e polemista, a ruota libera, perché vuole fare anche il presidente
dell’Inps? Non per i soldi. Certo che no.
“I
gommoni vengono dalla Cina: vanno in Turchia, poi a Malta, poi
in Libia. Sappiamo chi li produce, chi li fornisce e quanto ci
guadagnano”. Impotente ma non stupido, ha voluto dire l’ammiraglio
Credendino alle commissioni Esteri e Difesa alla Camera, il comandante della
missione europea Eunav nel Mediterraneo.
I gommoni cinesi sono letali:
sottili, reggono, se reggono, un solo viaggio, dopo poche ore di mare sono da
buttare. Ma sono legali.
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