C’è la mafia a Roma? Al punto da far
sciogliere il consiglio comunale per mafia – eppure è successo: Roma sciolta
per mafia…
“Riflessione poca, semplificazione moltissima”,
lamenta l’autore, a proposito dell’antimafia eletta a rito: “L’antimafia s’è
fatta potere”. Un potere legittimo, ma anch’esso “bisognoso di controlli”. Mentre
“il populismo ha cominciato a impadronirsi anche del movimento antimafia”. E
questo è sbagliato: non ha cominciato, è da lì che è partito, prima che da Di Pietro
& co., dai giudici opportunisti, e dagli opportunisti della politica.
Mafia Capitale può fare comodo, per
condannare Buzzi e Carminati applicando il 416 bis del codice penale, l’associazione
mafiosa, invece della corruzione, quale è il caso – come in tutto il terzo
settore, del resto. Col connesso concorso esterno in associazione mafiosa, che
permette di colpire chi si vuole. Visconti arrabbiato un po’ lo è. Molti mafiologi
dice “salgariani”: “Quelli che l’ultimo mafioso l’hanno visto il secolo scorso,
ma continuano a immaginare, e a descrivere le loro immaginazioni”. Poco prima
ha anche censurato un libro recente del suo stesso editore – uno specializzato
nel “tutto mafia”. Ma, poi, dimentica i dubbi sui reati di
associazione, la cui estensione, benché voluta da un uomo integerrimo come Pio La Torre,
suscitò quarant’anni fa le perplessità di giuristi altrettanto integerrimi,
siciliani e non.
Molte parole sono anche sprecate per l’informazione:
che eviti le incriminazioni e le condanne alle prime voci di indagine, etc.
Mentre il cronista giudiziario non può che affidarsi ai giudici delle Procure, non
sta a lui trovare le prove in contrario. Ma è un pamphlet coraggioso.
Visconti è professore di diritto penale,
e quindi si saprà difendere. Perché l’antimafia, prima che apparato repressivo
delle mafie, è una congrega e un rito. È semplicemente successo quello che Sciascia
antivedeva – anche se ne faceva colpa al povero Borsellino: l’antimafia come
professione, che agevola le carriere. I mafiosi
stanno a guardare, con ogni evidenza in Calabria e in mezza Campania, tra
Napoli e Caserta, e probabilmente in Sicilia, dove solo lo Stato è mafioso.
Costantino Visconti, La mafia è dappertutto. Falso!,
Laterza, pp. 152 € 10
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