L’humour di Proust, della “Ricerca”, è
che non c’è humour. Anche dove si legge dileggio e farsa – e più negli affari
di cuore, “di culo” in francese: gli amori saffici di mlle Vinteuil davanti al
ritratto del padre, l’epa di Palamède,
barone di Charlus, il culattone. Si può riderne, ma è diverso.
Proust era compagnone – almeno, fino a
che non ha cominciato a lamentarsi (un po’ ipocondriaco lo è stato sempre, ma a un certo punto senza freni). Ma
non rideva. Nella “Ricerca” di proposito: sorrideva, malinconico. L’antologia che
è tratta dalla “Ricerca” ne è fitta – le illustrazioni lo sottolineano.
Bertrand Leclair (a cura di)-Philippe
Pierrelée (ill.), L’humour de Marcel
Proust, Folio, pp. 200, ill. € 7,70
Nessun commento:
Posta un commento