Thomas Mann giornalista, dell’esoterico.
Già in età, già “Thomas Mann”, nel 1922 assistette a tre sedute di un medium
viennese, in casa e su invito del barone Schrenk a Monaco, e gliene fece il
resoconto per lettera. Dettagliato, con ipotesi razionali e\o meccaniche per
spiegare l’inspiegabile, ma incerto. “Eppur si muove” è tentato di dire, gli
oggetti intorno di muovono. Ma è troppo lucido per cedere all’allucinazione –
senza contare che, lui lo sa, l’autore è lui stesso un medium (baro?).
Prose curiose per la curiosità
inesauribile dello scrittore. Che la richiesta del barone aveva sollecitato,
nel tentativo di venire a capo di un “modo di comunicazione”, si direbbe oggi,
allora in voga, negli anni 1920-1930. Di cui aveva già scritto, in “Morte a
Venezia” per esempio e al Forte dei Marmi, “Mario e il mago”, e scriverà l’anno
dopo in un capitolo della parte finale della “Montagna magica”.
Una scelta avventurosa di Claudia
Ciardi, che ha ripescato le prose nella voluminosa raccolta in due volumi degli
“Essays”, compilata da Hermann Kurzke quarant’anni fa – resta sempre molto da
scoprire sotto la superficie del Novecento, secolo livellatore. E la correda di
note al testo e all’autore che sono un saggio compatto di sorprendente rilievo.
Thomas Mann, Sedute spiritiche, Via del Vento, pp. 41 € 4
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