L’Inghilterra
ci ha lasciati e tutti corrono a investire o reinvestire a Londra. I maggiori
gruppi americani e i più avanzati nelle tecnologie: Facebook, Google, Apple,
Amazon. Creando uffici, studi e centri di produzione. Con diecine di migliaia
di intelligenze qualificate e da sviluppare. Ben retribuite.
Dice
che gli americani dovevano scappare. Ma da dove? Dall’Europa delle tasse.
Perché, alla fine, la Gran Bretagna rimane Europa, ma fa pagare meno.
È
la Ue rigorosa e Londra permissiva? No, non c’è dumping fiscale, questa è una
bugia, fuori dalle isolette che ne sono il paradiso. Le tasse a Londra si
pagano. Solo non esose, e alla fine il conto entrate è più robusto. Anche molto.
E sotto tutti i profili, compreso di cassa: il prelievo può crescere con
aliquote più basse, insieme con altri benefici, di investimento, occupazione, retribuzione,
formazione, produttività.
La Brexit, che doveva rovinare la Gran Bretagna, continua a beneficiarla. Mentre l’Europa
del rigore stringe la cinghia - con l’alito cattivo: i moralismi sono eccessi
generalmente non di stupidità ma di furbizia.
Quello
fiscale è un’altra cattiva applicazione della politica del rigore. La Scienza
delle finanze, quando il fisco era oggetto di analisi e non di presunti moralismi,
insegnava a modulare aliquote e prelievi sulle circostanze, sociali, politiche,
anche morali, ed economiche, qui comprese le forze relative. È solo l’Europa
che pensa di poter multare impunemente questo e quello, e senza avere capacità
di fuoco o di contrattazione.
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