Si
“tosano” tranquillamente i risparmiatori non solo nelle banche ma ovunque abbiano
messo dei soldi. Non c’è nessuna blue
chip alla pari – forse la sola Fca, ma dopo molte “tosature”. Non ci sono
del resto più blue chips, società di
solido impianto e reputazione su cui il risparmiatore oculato possa fare
affidamento.
Si
tosano i risparmiatori a opera degli stessi magnificatori dell’investimento
finanziario: i banchieri, i banchieri d’affari, i promotori finanziari, i loro
megafoni nei giornali, i tromboni pubblici, le banche centrali alla Draghi
(quelle che non stabilizzano ma puniscono, naturalmente i deboli e indifesi). Dice:
l’investitore assume un rischio. Si, e allora perché dovrebbe mettere i soldi in
Borsa?
La
crisi bancaria europea potrebbe avere un effetto igienico. Se insegnasse ai risparmiatori
a uscire dalla Borsa, dalla truffa. Ma sgomenta che sia affrontata con tanta
leggerezza, da Draghi in giù: come si finanziano le imprese senza il risparmio?
Una volta il risparmio andava protetto, quando l’economia era del buon padre di
famiglia e non del banchiere dracula.
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