Appaltatore
– Specializzato
in opere pubbliche è la figura chiave della corruzione, dall’antica Roma (il
“pubblicano”, che appaltava la riscossione delle tasse sul suolo pubblico) a
Stendhal (in “Lamiel” è già d’uso, nella Francia di Luigi Filippo, dividersi
“equamente” gli appalti), e allo snodo centrale dell’incontrollabile spesa
pubblica improduttiva in Italia. Grazie anche a una funzione giudiziaria
corriva, al coperto della molteplicità e della macchinosità.
Nel mercato privato ricorre in forma di immobiliarista,
e cioè di creatore-sfruttatore della rendita urbana, di cui Trump è l’epitome e
il coronamento - come, per tornare all’antica Roma, lo fu Crasso. Specializzato
in attività private, ma senza disdegnare il pubblico, è il creatore e utilizzatore
massimo della rendita fondiaria, che è il motore primario dell’accumulazione di
capitale e conseguentemente al centro della politica. Direttamente, da Crasso a
Trump, e indirettamente, per il potere enorme di condizionamento. Prima dell’avvento
delle banche d’affari e dei fondi speculativi, quando non vi è connessa.
Coincidenze
– Il
giorno dopo aver visto “Mon roi”, il film di Maïwenn, quattro persone s’incontrano con le
stampelle. Subito la mattina, in una mezz’ora. Tutte donne. Tutte sui quaranta.
Suggestione? Forse, ma non tutte le mattine, in pochi minuti e in ambiente
ristretto, di quartiere, s’incontrano
quattro persone più o meno della setssa età, più o meno con lo stesso handicap
fisico.
Aldo Nove su “Sette” lo stesso giorno ricorda
“I Ching”, il libro dei mutamenti cinese. Che accosta ai Tarocchi. E allo
sport, come una delle forme del gioco imprevedibile, forse la più imprevedibile
– cita Maradona (ma ora c’è anche Messi), Muhammad Alì, e il “giocoso e
irriverente numero uno del tennis mondiale, Djokovic” – ora non più giocoso. Su
“I King” Jung ha costruito una corposa teoria, sulla rilevanza del dettaglio e
dell’incidentale – “l’enorme importanza del caso” – come alternativi alla ratio, al solito occidentale e scientifica,
limtata, etc... Non fosse che la Cina, di oggi come di un tempo, se fa uso del
“libro dei mutamenti”, è oggi come ieri inflessibile e velocissima organizzatrice
e costruttivista.
Philip K. Dick usa “I Ching” come ispirazione
ogni mattina per ricominciare a scrivere, in più di un romanzo. Lo stesso san
Francesco cercava ispirazione – la cosa da fare – anche lui ogni mattina
aprendo a caso le Scritture. La pratica è del resto antica anche in Occidente,
sotto il nome si “sortes vergilianae”. La divinazione in genere non è estranea
all’Occidente, e fu in grande uso nella Roma repubblicana e imperiale, ancella
e corona della politica. Una divinizzazione obliqua del reale.
Complottismo – Ne fa la summa, non in
senso ironico o critico, il filosofo Heidegger, nel taccuino “Riflessioni XII”,
ora in “Riflessioni XII-XV”, pp. 133-37: la Macchinazione è invasiva. È
l’opinione pubblica, è la storia (storiografia), è “ideale”, “dottrina”,
“realismo”. “La Macchinazione non solo permette, bensì anche richiede la creazione
dell’opinione e l’interpretazione di volta in volta in maniera conforme alla
macchinazione stessa”. E lo fa senza riguardo ai principi che magari ha appena
invocato: “Le indignazioni morali diventano ridicole e soprattutto non «servono» a
nulla”. Si contrasta il realismo con l’ideale, e viceversa, si dileggia
l’ideale col realismo. Che sono formule
vuote: “La credenza di agire «realisticamente» è altrettanto infantile quanto
il predicare «ideali supremi»”.
La Macchinazione è però essa stessa un complotto.
Il filosofo ne parla criticamente perché è assolutamente certo che la Macchinazione
sia in atto.
Islam – Vuole farsi accettare antagonizzando,
sfidando. Di fatto non vuole farsi accettare o convivere, vuole primeggiare. E
non per i buoni motivi: non c’è un solo paese islamico democratico, né retto
costituzionalmente, in base alla legge. C’era la Turchia, ora non più. Non c’è
un solo paese islamico a ricchezza condivisa, diffusa, sulla base delle leggi e
di una fiscalità equa, benché alcuni siano ricchi e ricchissimi.
La cosa non si dice, ma la percezione ne è
diffusa. Il supermercato vende i fichi secchi fioroni “delle isole dell’Egeo”,
sottinteso della Grecia, così tutti li comprano, mentre sono della Turchia, ma
non si può dire, nessuno li comprerebbe.
L’islam è simpatico alle donne, ma anche questo
dà fastidio, agli islamici e agli antipatizzanti: l’islam si vuole
antifemminista.
Libido – È di sant’Agostino prima
che di Freud. Del “De Civitate Dei”, al cap. XIV. 17, è “disobbedire alla
volontà”: “Prima del peccato in effetti, come dice la Scrittura, «l’uomo e la
dona erano nudi e non avevano vergogna». Non è che la loro nudità fosse loro
sconosciuta, è che non era indecente. Perché allora la libido non faceva muovere le loro membra contro la loro volontà”. È la scoperta del peccato. Ma
ne è anche il motore surrettizio, sant’Agostino dice entrambe le cose. Senza il
peccato la sessualità si sarebbe alla generazione, senza la compulsione della libido: “Ciò che è stato creato a quel
fine avrebbe fecondato il terreno della generazione come la mano feconda la
terra… L’uomo avrebbe versato il seme e la donna l’avrebbe accolto nei suoi
organi genitali al momento e nella misura in cui era necessario, grazie al
comando della volontà e non sotto l’effetto del’eccitazione della libido”.
Dopo, è stato diverso: “Quando ebbero perduto la grazia, punendo la loro
disobbedienza con una pena corrispondente, una nuova impudicizia si fece
sentire d’un tratto nei loro corpi”.
Masterchef – La cucina creativa,(cinque
stelle per tutti, fu anticipata nel 1970 da Dorothy Rie Ausenda (1899-1984),
sposa americana dell’ingegnere milanese Carlo Ausenda, che per via materna, dalla
madre e dalla nonna, aveva ereditato un gusto vivissimo per la cucina, così la
ricorda la nipote Monique Roman, poi sposa di Claude Lévi-Strauss: “Aiutata da
due donne di servizio, si alzava presto la mattina per preparare i pasti”,
nelle residenze di Milano e di Lanzo d’Intelvi. Risotto, funghi, panna montata,
le cose più semplici al gusto della nipote venivano elaborate in pietanze
finissime dalla zia Doro. “Per fare la salsa, si passava la lama di un coltello
sulla superficie dei pomodori e così la pelle veniva via da sola: li
sbucciavamo a freddo”. La zia, che “insegnava anche francese e inglese”, sapeva
“ricette e combinazioni di sapori le più inaspettate. Nel 1970 ne fece un
tesoretto in tre volumi, intitolati «I segreti della cucina»”, pubblicati a Milano da
Selezione del Reader’s Digest – il primo anno della gestione di Ludina Barzini.
Peccato
originale – È
recente, del secondo concilio di Orange. Anticipato da sant’Agostino un secolo
prima, ma non dottrina della chiesa fino al secondo concilio o sinodo di
Orange, città ostrogota, il 3 luglio 529 – il secondo, un primo era stato
tenuto nella città, allora Gallia Narbonense, nel 441.
astolfo@antiit.eu
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