giovedì 29 dicembre 2016

Il racconto del femminicidio parte da lontano

Uno stupro con femminicidio, nella placida campagna inglese, in un racconto tutto domesticità e niente horror, di Charles Lamb, arguto e devoto saggista del primo Ottocento. Devoto anche agli affetti familiari, specie alla sorella maggiore Mary, con la quale scrisse molto, malgrado le sue follie ricorrenti, matricide.
Dei due, spiega la curatrice Maria Stella, la narratrice era Mary. “A Charles Lamb piacque rappresentarsi , in contrapposizione alla «cugina Bridget» (la sorella Mary), come uno che non amava raccontare storie”. Invece ne raccontò più di una, e questa “Rosamund Gay” in modo efficace: scorre agevole, come ne scrivesse con la mano sinistra, da mestierante.
Il “lungo racconto breve” viene dopo la stagione della poesia, e della narrativa a firma congiunta con Mary. Ma Charles ha, non ancora di 23 anni, una padronanza felice della narrazione. Il racconto Maria Stella dice “una ballata lirica in prosa”, per echi di Woodsworth, e “per la centralità problematica del narratore, per la cristallina chiarezza del linguaggio, per la valenza mitica attribuita alle figure locali e ai rituali della privacy quotidiana”. Cioè un vero racconto, o romanzo – abbozzo di romanzo, molte figure e situazioni solo abbozzate. Manierato, naturalmente: “Rosamund Gray era la giovinetta più bella che occhio avesse mai contemplato”, tutto è già detto all’inizio, eppure uno svolgimento c’è.
L’introduzione di Maria Stella, curatrice anche delle narrazioni di Mary Lamb,  è parte efficace della narrazione  - una Maria Stella fu contemporanea di Mary e Charles Lamb, supposta figlia scambiata di Luigi Filippo II duca d’Oléans, il futuro re Luigi Filippo.
Charles Lamb, Rosamund Gray, Sellerio, remainders, pp.103 € 3

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