Abolire
le “vigilanze”, è una modesta proposta ma sarebbe un grande evento. Di costume
e programmatico. Anche di impatto sulla spesa pubblica.
L’Italia
pullula di organismi istituzionali di controllo che non controllano. La Banca d’Italia
è una. Poi c’è l’Antitrust, che non ha mai sanzionato niente. La Consob, che
non ha prevenuto una sola manomissione dei mercati finanziari, né l’ha sanzionata.
E ne succedono ogni giorno. L’Agcom per le telecomunicazioni, la pubblicità e i
media, che serve solo a mantenere in piedi il duopolio Rai-Mediaset. L’autorità
per l’energia elettrica, il gas e il sistema idrico, che non fa che avallare
aumenti delle tariffe. Anche nei tre anni in cui il petrolio non costava
niente, e questo dice tutto. Il Garante della Privacy, la cui sola funzione è
di costringerci a dozzine di firme, in calce a documenti di molte pagine a
corpo infinitesimo, che nessuno può leggere,e comunque non hanno nessuna
funzione.Sono
una dozzina. Le ha volute Romano Prodi vent’anni fa per garantire gli utenti e
i consumatori. Poteva farne una, allargando l’Antitrust già esistente, le moltiplicò
per moltiplicare le prebende dei presidenti, dei vice e dei membri di giunta o
comitato direttivo. Un paio di centinaia di persone che ci costano dai 200 mila
euro l’anno in su, ognuno. E questo è il loro unico effetto economico. A parte
la copertura di tutti gli abusi possibili.
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