Un
speculazione facile facile. Una difesa obbligata. Un governo che dovrà durare –
e con merito (con molti appoggi in Parlamento). Bolloré potrebbe aver già
concluso con perdite la sua discesa in Italia, anche in Telecom e in
Mediobanca. Avendo creato un solido piedistallo al governo per procura di Gentiloni:
si faceva forte del titolo nobiliare, da vecchia zia, lo speculatore bretone l’ha
catapultato a condottiero del “non passa lo straniero”. Con annesse maggioranze
allargate. Sui media, in politica e in Parlamento.
Una
speculazione tanto facile, però, non si capisce ancora come sia potuta
avvenire. A insaputa cioè dei Berlusconi e di Milano.- di Mediobanca. Chi ha
comprato il 20 per cento di Mediaset in bassa fortuna – devono essere stati in
molti, con un trading ballerino, per non far rincarare il titolo? Il 20 per cento
era già passato di mano mercoledì, quando Bolloré ha annunciato la scalata, infiammando
il mercato sul titolo.
La
speculazione è semplice. Bolloré deprezza Mediaset cancellando un accordo che
ha appena firmato. La fa ricomprare a poco a piccoli pezzi, e mercoledì decide
di aprire il fronte: “Sono al 20 per cento”, e anzi di più. Resta da spiegare
il fattore sorpresa.
Se
Berlusconi non ne ha avuto sentore sarebbe la conferma che ha perduto il fiuto
– Agnelli fu ben vigile contro analoghi tentativi di scalzarlo, da Milano.
Milano invece è improbabile che non ne sapesse
nulla: Bolloré è ben il primo azionista e attento amministratore di Mediobanca.
L’aftermath della scalata può invece aver
sorpreso tutti i protagonisti, palesi e occulti. Con beneficio del governo: l’unità
nazionale eccola qui, la “concordia” di Mattarella e Gentiloni. Contro uno scalatore
che non può nemmeno contare sul suo governo, Parigi essendo in pausa presidente
per almeno sei mesi.
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