L’artista superomista che tutto piega al
suo disegno, negli ultimi istanti prima della sedia elettrica – “Domani a quest’ora
sarò morto!” è l’incipit. Dei familiari inamati avendo materiale per il suo
capolavoro scultoreo, il gruppo “La famiglia felice”. Un racconto lungo
dell’orrore – una long short story. Robbins
è l’ispiratore di “Freaks”, 1932, il film culto del genere, tratto dal suo racconto
breve “Spurs”.
Dopo il successo di “Freaks”, Robbins fu
anche sceneggiatore a Hollywood. Anche quando, prima della guerra, trasferì la
residenza in Costa Azzurra, dove vivrà fino al 1952. Ma come scrittore fu confinato,
e si confinò, ai giornaletti pulp,
popolari. Finché funzionarono, anche nei primi anni del dopoguerra. L’edizioncina
è una sorpresa per la qualità della prosa a fronte di questi precedenti: pur
facendo la tara di quanto forse ci ha messo Francesco Cappellini, che lo
riscopre e lo ha tradotto, è ben al di sopra della prosa corrente, dei
manierismi da scuola di scrittura. La peggiore prosa Usa è migliore della
migliore prosa contemporanea?
Tod Robbins, Mute, bianche e stupende, Via del vento, pp. 42 € 4
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