Indagano
accurate due robuste vigilesse sulla macchina posteggiata all’incrocio,
cappellino a visiera, giacca avvitata, pantaloni scuri a vita alta ad
alleggerire i fianchi. Se le ruote posteriori siano sopra le strisce bianche e
di quanti cm., se la misura giustifichi la multa. Decidono di farla, art. 158
g), “sosta sui passaggi e attraversamenti pedonali”. E anzi di raddoppiarla,
col 158 f), “sosta in corrispondenza delle aree di intersezione”. Dopodiché
decidono per una sosta al bar F., prospiciente.
Se
ne invidia la placidia. Danno un’idea di lievità, benché solide, una tracagnotta
a cubo, l’altra gigante. Duecento euro di multa, con le spese di notifica, che
i vigili fanno esose, non sono per loro niente, giusto una pausa caffè. Saranno
monacali, che disprezzano il denaro? Ma no, sono curate, oltre che ben vestite,
di parrucchiere e visagiste. Socievoli, di grande conversazione nel fuori servizio.
Accudite e vezzeggiate dal personale. Sarà per questo che fanno multe da 200
euro a piacimento: il Comune dovrà pure pagare i sarti e i fornitori, per garantirne
una presenza accurata, opera di sartoria, con parecchi metri di ottimo gabardine e parecchia cura per ognuna di esse, tutto su misura, con prove e
controprove.
C’è
agitazione al caffè F. tra i clienti. Il traffico è bloccato sulla via Carini,
centrale al quartiere, dalle macchine parcheggiate da ambo i lati in doppia
fila. Il 75 non ce la fa a passare, e i due isolati, a monte e a valle, sono
intasati di macchine in coda. Si distingue il clangore di sottofondo da qualche
minuto, sono i clacson suonati nervosi. “Me sa che dovete da lavora’”, celia il
giovane gestore con le vigilesse. Che però non si turbano, gustandosi con calma
l’ordinazione. Se ne invidia a questo punto anche lo stipendio, che autorevoli
si fanno pagare da noi. Si avviano dopo qualche celia supplementare con passo affrettatamente
lento.
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