Anti-Machiavelli
–
Federico II di Prussia fu ben machiavelliano, che volle dirsi contro. E machiavellico.
Ma anche il suo “Anti Machiavelli” lo è. Al punto centrale dove, commentando il
cap. XXV del “Principe”, sull’apporto necessario che la Fortuna deve dare al
“nostro libero arbirtrio” (“che la Fortuna sia arbitra della metà delle actioni
nostre, le altre lasciando a governare a noi”), concorda: Machiavelli
“trasferisce il problema della predestinazione dalla metafisica alla pratica,”,
ed è qui che “si deve sviluppare il proprio acume e la propria prudenza, invece
di discutere se siamo liberi o no”. Solo, non voleva riconoscere il debito –
era già nordista?
Dio – È con Abramo che diventa divino: onnisciente, onnipotente, e intrattabile. Un Dio di necessità.
È in Abramo la passività di cui si fa colpa all’islam.
Empatia
–
È la carità cristiana, a quanto se ne legge in san Paolo, che la diceva la più
grande delle tre virtù teologali. Sotto la massima evangelica: “Amerai il tuo
prossimo come te stesso”. La capacità cristologica di mettersi al posto
dell’altro, di desiderare il suo bene, di condividerne le fatiche e i dolori, e
al limite si prenderne il posto nella sofferenza, perlomeno spirituale. Ritorna
nella fenomenologia, anche per la penna di santa Edith Stein, sotto forma di Einfühlung, o della
compartecipazione, l’empatia come potenziale comunicativo.
Einfühlung è termine e concetto derivato, uno fra tanti presi in
considerazione (era in voga per la filosofia dell’arte a fine Ottocento) , per il complesso di sentimenti, risentimenti e linguaggi
che fanno la vita di relazione: memoria, ricordo, fantasia, radicamento,
sensibilità, linguaggi. “Un’esperienza vissuta originaria”, la dice Stein, “la
quale non è stata vissuta da me, eppure si annunzia in me”. In alternativa, nei
numerosi testi che Edith Stein prese in esame, si proponeva associazione,
fusione, inferenza per analogia, co-sentimento (Mitgefühl), risonanza, comprensione (Erfassung).
Husserl, che diede il concetto da sviluppare come compito
per la dottoranda Stein, la individuava come una forma di unitarietà tra corpo
e psiche: “Il corpo proprio e la psiche formano una peculiare unità per
l’esperienza”. E incaricava Stein di approfondire il “vissuto” di Max Scheler.
Ripresa subito da Freud, l’empatia (anche “enteropatia”) è
divenuta nozione corrente nella psicoanalisi, con una notevole bibliografia.
Psicologico fu anche la trama che su di essa imbastì la futura santa. Il
parlare o comunicare è l’Io, “l’Io puro”. Una forma di compartecipazione, anche
se si esprime in contrasto col “Tu” e col “Lui”. Oppure sgranandosi col “flusso
di coscienza”. L’Io che si esprime è l’anima – “l’Io puro” è inafferrabile, e
forse inconsistente, la “coscienza pura.
Fede – Manca, non si
è fatta, non si fa, una storia della fede religiosa. Delle fedi. Una storia,
non le sociologie tedesche, Sombart, Max Weber, che tanti danni ha
prodotto. La storia calerebbe la fede
nel divenire, fuori dalle assolutizzazioni, sempre per ogni aspetto perniciose.
Figli – Sono merce per la prima volta nella
Storia – come un influsso retrogrado della psicologia del pet. Si litiga sul’utero in affitto, ma a opera del settore
adozioni. Tra due settori cioè di interessi economici – piuttosto rilevanti, ma
alla portata di tutti: come aprire o rilevare un negozio. Senza scandalo,
peraltro. Né è scandalo l’utero in affitto, che è un’etica puramente economica,
da mercato, consentendo di scegliere il colore della pelle e del pelame, e il
sesso, ogni scelta con una tariffa. Una mutazione antropologica.
Intelligenza
–
La “scommessa” di Turing (“Computing Machinery and Intelligence”), la dice
artificiale: programmabile e non innata
- l’intelligenza o coscienza. Il fisico contesta com’è noto ogni
obiezione all’intelligenza artificiale: le macchine non soffrono, non hanno
gusto e nemmeno capricci, e fanno quello per cui sono state programmate.
Proponendo invece questo criterio di verità: la macchina è capace di far
credere a un uomo che la pensa come lui? Turing risponde di sì. Ma riducendo la
coscienza a un fenomeno “interno”: so che ne ho una, ed è anche grazie a essa
che il punto di arrivo della rflessione,
ne è il presuppostoparticolari mimici e verbali, di cui per analogia con i miei
deduco che pensate e sentite come me”. Questo non esclude che in un avvenire
prossimo o lontano una macchina possa essere programmata in modo che emetta in
riposta a tutti gli stimoli dei segnali egualmente convincenti.
È quello che fa lo schizoide – in casi
anche noti, come quello dello scrittore Philip K. Dick: lo schizoide combina instancabilmente
le 26 lettere – o, se è un computer, le due cifre 0 e 1. Come se le
combinazioni obbedissero alle leggi della chimica organica nel caso dello schizoide,
combinazioni di neuroni, in forma di algoritmi, nel caso dell’intelligenza
artificiale. Ma quanta intelligenza ci vuole per queste
classificazioni-ordinazioni?
Libero
arbitrio –
Nietzsche lo strapazza nel “Crepuscolo degli dei” malamente. Insolentisce
il “libro del famoso Cornaro (“Discorsi
della vita sobria”, n.d.r..) in cui egli suggerisce la sua parca dieta come
ricetta per una vita lunga e felice - e anche “virtuosa”. Dicendosi sicuro che
“pochi libri (escluso, com’è ovvio, la Bibbia) abbiano abbreviato tante vite
come questa curiosa opera, piena di così buone intenzioni”. Cornaro visse 91
anni, tra Quattro e Cinquecento, che non era facile.
Peggiore la giustificazione della
condanna: “Non dipendeva dalla sua libertà mangiare poco o molto, la sua
frugalità non era un «libero vivere», egli si ammalava se mangiava di più”. La
libertà a costo della vita? In Nietzsche c’è molto il piacere della battuta.
Più in generale, col libero arbitrio,
“il più malfamato trucco dei teologi”, “si è spogliato il divenire della sua
innocenza”. O non lo si è liberato? Poi c’è “la metafisica del boia”, il cristianesimo:
“La dottrina del libero volere è intesa essenzialmente allo scopo della pena,
cioè del voler trovare una colpevolezza”.
È la perdita opera dei teologi, naturalmente – e di Kant. Se non fosse opera di
Nietzsche, sarebbe opera di un pazzo?
Psicoanalisi
–
Dissecca o è creativa? Allarga o restringe la fantasia e l’impulso creativo? Vista
in rapporto all’arte. Lou Salomé, psicoanalista, la sconsigliò a Rilke, per il
rischio di inaridimento. E come terapia, cura e guarisce o stabilizza la
malattia? Senz’altro curerà, poiché è rimedio generalizzato, ma a che costo?
Delle terapie non si fa un rapporto costi\benefici, e questo è il loro grande
limite. In rapporto alla creatività, per esempio, quanto ha dato o ha tolto la
psicoanalisi a Fellini o Moretti? A Berto? In Berto, come nei tanti autori Usa
(da Woody Allen a Philip Roth), è diventata liberatoria in quanto materia di
narrazione.
Verità
–
Preesiste, non si raggiunge? Non è il risultato della ricerca della verità, ne deve
essere il presupposto: senza un concetto (un’esperienza?) della verità, nessuna
riflessione, di nessun tipo, in realtà si può sviluppare.
Virtù – Quella di
Machiavelli non è la forza ma il fondamento di una “sana” libertà. La virtù è
“generosità”, “impeto”, passione e calcolo, anche. A difesa dalla Fortuna o ananke.
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