astolfo
Comunismo
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Inumano e morale si dichiara da sé nella cancellazione della memoria. Della storia,
della possibilità di sapere. Ieri
nell’Unione Sovietica, oggi e da tempo in Cina. Nessuna ricostruzione dello
stesso comunismo è possibile, chi ha venti e anche trent’anni non sa nulla e
non può sapere nulla del suo passato recente e dello stesso regime che lo
governa, solo quello che il regime giorno in giorno decreta debba essere
portato a sua conoscenza: l’opinione vi è in coma indotto, con la cancellazione
occhiuta della memoria.
Ha fatto la fine del suo
principio – nel senso di principio costitutivo, “naturale”: una dottrina e una
pratica dell’odio sotto il manto della giustizia, e della prevaricazione. Ovunque materializzandosi in regimi
immorali e inumani, senza paragoni nella storia. Come nell’ultimo quarto di
secolo in Cina, dove, al coperto della globalizzazione e del miglioramento
economico, ogni sorta di sfruttamento, anche di minori e fino di bambini, viene
ammesso. E la corruzione dei politici è la via maestra e normale degli affari. Al
coperto di un regime politico totalitario all’estremo. Di una burocrazia
politica, peraltro, che opera per cooptazione senza ricambio democratico, che
pignolescamente controlla e perseguita.
Lo stesso nella fine del
sovietismo, quando con Eltsin la dirigenza del partito Comunista, le nuove leve
soprattutto, si ritenne e fu libera di appropriarsi di tutte le ricchezze dello Stato, banche, finanziarie, miniere,
giacimenti, fabbriche, mercati, monopoli, a titolo personale.
Destra-Sinistra – È dialettica
novecentesca, e segue ovunque lo stesso modulo. Dove la sinistra si impone, o
ci prova, e fallisce, la destra prende il potere, con le stesse masse, quelle
comuniste si fanno subito fasciste. Non è un’esagerazione e non è da ridere: è
un fatto, che si ricalca ora in Italia nel passaggio in massa a Grillo, e in
Francia nel passaggio in massa a Le Pen. Grillo e Le Pen non sono esattamente
fascisti, vengono detti populisti, che però è la stessa cosa, senza la
violenza.
È lo scambio-dialettica che ha
fatto la storia europea tra le due guerre. E ancora dopo in Grecia e in
Francia. Si riprospetta ora in Europa, dalla Grecia all’Olanda e alla stessa
Gran Bretagna. È lo schema più ubiquo, normale, su cui però non si riflette.
Forse per non dover riesaminare i fondamenti e le procedure della democrazia.
C’è sempre un tentativo, elettorale, di piazza, dell’opinione, per una
soluzione popolare, fallendo la quale la reazione si impone, come più capace e
anche più giusta.
L’Europa degli ultimi decenni è
anche un caso, semplice, di superficie, di come il fascismo si imponga da sé,
nella forma del nazismo: Cioè col razzismo incorporato, nelle forme della
pulizia etnica, del primato, del dominio o riserva di sovranità necessari. In
effetti, restrospettivamente, il nazismo è nato poco o nulla esoterico, e anzi quotidiano,
molto. Mentre l’opinione si attesta, a vuoto (altro difetto costitutivo?),
sulla neutralità (incorruttibilità) delle istituzioni, per la libertà e la
democrazia, che in nessuna esperienza è stato vero.
Estremismo
–
“Ogni estremista è rispettabile”, scrisse Conrad all’amico Cunningham Graham,
dopo averne fatto la satira in “L’agente segreto” – la satira di tutte le forme
di estremismo, dal debole di mente al Professore che manipola le coscienze. È il
segreto del proselitismo facile, dalle Br al Califfato?Il Professore kamikaze
di Conrad lo sa: “Follia e disperazione! Datemi questa leva e solleverò il
mondo”. Ma Conrad non ne era in realtà convinto. Scrivendo successivamente allp0amico
e traduttore francese Henry Davray spiegava cos’ “L’agente segreto”: “Ci sono
là dentro una mezza dozzina di anarchici, due donne e un idiota. Ma sono tutti
imbecilli, compreso un segretario d’ambasciata, un ministro di Stato e l’ispettore
di polizia”. La rispettabilità può essere idiota.
Imperialismo
–
Ebbe un suo lato positivo? Nella storia e nell’etica no, ma in due scrittori di
forte sensibilità politica sì, Kipling e Orwell, in parte anche Forster. Orwell
ne fece esperienza diretta nella polizia
britannica in Birmania, benché ne abbia scritto subito contro, in “Giorni
birmani”. Nel rifiuto cioè, e anzi l’impegno contro l’occupazione e la
jugulazione, contro le leggi coloniali, anche solo contro la dignità. Però,
ebbe anche a professare “rispetto per gli uomini che costruiscono le cose”. Kipling
fu critico, più spesso in radice, del legame coloniale come subordinazione -
anche in componimenti (racconti, poesie) che vengono portati a esempio del
contrario, del suo imperialismo cieco.
Si può anche pensare che i Romani
rozzi abbiano distrutto tutte le opere dell’intelletto che trovarono a
Cartagine, di filosofia, poesia, storia, architettura, pittura, scultura,
mentre essi avevano e coltivavano i Carmina, le Farse, la Sature, le Leggi, gli
Annali, i Fasti, gli Elogia, Livio Andronico, Ennio. Ma qualcosa ne sarebbe rimasto, se non
a Cartagine in altro luogo fenicio. Lo stesso poi nelle Gallie, quando essi
avevano e onoravano una ricca Età Classica. O nella selva teutonica.
C’è qualcosa che sfugge anche
nella successiva assimilazione totale a Roma, nella stessa Cartagine, in Libia e Numidia, nelle Gallie meridionali,
in Spagna e altrove nel Mediterraneo. Non nel Nord Europa, ma in cambio di
niente che si sia fatto ricordare. Ed è pure vero che i Romani imparavano presto
e bene nei territori sottomessi in cui c’era da imparare, e partire dalla Grecia,
e poi in Egitto e nell’Oriente Medio, e dai culti religiosi.
Liberali – Le
professioni, che si dicevano liberali, sono ora caserme. Catene di montaggio
per produrre più soldi. In un meccanismo che consuma, quasi una schiavitù, non
fosse per il guadagno. Che comunque è sempre insoddisfacente, e bisogna
lavorare di più, essere disponibili, intervenire a qualsiasi ora, rientrare in
un obiettivo, di vendita, di crescita, di espansione. In tute le professioni mediche
e paramediche. Tra i legisti. Tra i manager. I professionisti vanno in vacanza
angosciati, e che sia breve. Le seconde case tengono senza aprirle, per lo
standing, anche se con Monti costano caro, carissimo.
Occupazione
–
Quella bellica evoca automaticamente la resistenza – il tallone di ferro,
etc. Ma se accorta può indurre, induce
facilmente, uno stato di soggezione volontaria. È avvenuto a Parigi nei quasi
quattro anni di occupazione tedesca. Quando si pubblicava di tutto, e si faceva
molto, e volentieri, teatro malgrado il coprifuoco. Mentre alla liberazione,
nel 1945, Orwell trova a Parigi una censura impensabile: tutto deve passare
attraverso Aragon e pochi altri, cioè attraverso la censura preventiva del partito
Comunista. Commenta con un corrispondente: “In Francia ho avuto l’impressione
che non c’è quasi più nessuno che si preoccupi ancora della libertà di stampa
etc..Mi sembra che l’Occupazione ha lasciato un’impronta che schiaccia le mentalità
delle persone”. Un’impressione attenuata dalla considerazione: “O forse una
specie di decadenza intellettuale si era già installata durante gli anni
anteguerra”.
Dick immagine nel famoso “La
svastica sul sole” la parte occidentale degli Usa occupata stabilmente da tempo
dai giapponesi: nulla di traumatico, e anzi parecchia laboriosità senza
scandalo.
Se Hitler avesse attuato il temuto
sbarco d’Inghilterra nell’estate del 1940, prima dell’entrata in guerra degli Usa,
non sarebbe scattata la molla del filogermanesimo? Della dinastia e della
cultura inglese, se non del sentimento popolare, pur sempre insulare – ma aveva
già subito e accettato i normanni otto secoli prima.
Pio
XII –Morto
in fama di combattente, era un diplomatico, irresoluto a tutto: L’unico papa
forse diplomatico in senso proprio – il successore Giovanni XXIII era stato un
diplomatico improprio. È tutta qui la sua prudenza su – contro – Hitler, di cui conosceva la presa sulla Germania.
La prudenza è testimoniata da Massignon, che fu suo familiare, un giorno che
andò a trovarlo e gli propose, allo scoppio della prima guerra
arabo-israeliana, un messaggio di pace. Al che Pio XII. obiettò: “Lo
ascolteranno?”. “Ma proprio per questo bisogna dire la verità, santo padre”,
rispose l’antropologo.
Contro il comunismo Pio XII fu
determinato, ma sempre per induzione diplomatica. Il danno era stato già fatto,
in Russia e nell’Europa orientale, dalla Polonia all’Ungheria e alla
Jugoslavia. E in via prudenziale c’era da prevenire il danno in Italia – in
Francia, in America Latina.
Salazar
–
L’ultima dittatura europea egli anni 1930 finì così. Benché il suo dominio fosse
finito da con l’infarto del 1968, dopo trentasei anni di dominio ininterrotto, continuò
per alcuni mesi, fino a inizio 1970, a
presiedere in casa il consiglio di gabinetto. Al quale i vecchi ministri si
recavano fedeli, anche se quasi tutti erano decaduti con lui, o
successivamente.
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