Non
lo turba la cessione del Milan – a cinesi sconosciuti. Non lo turba l’assalto
di Bolloré – magari ha pure deciso di salvare Mediaset in man sicure, invece
che in quelle dei figli di tante famiglie. Non ha più bisogno di fidanzate e
cagnette. Non lo turbano i processi della Boccassini – ci abbiamo fatto il callo
tutti. Non si sente rottamato, dopo la tranvata del giovane rottamatore, e anzi
in discreta compagnia – Grillo, Bersani, D’Alema, Fini sono anche loro
vecchi arnesi e quasi coetanei. E dunque?
Tornano
i verdiniani da Berlusconi, dopo gli alfaniani. Forse co qualche leghista. E lui dice: “Matteo e Denis? Li
ho fregati io”. Morale?
Tornano
da Berlusconi i verdiniani, dopo gli alfaniani, dopo essersi fatto un giro da
ministri o sottosegretari – o non averlo fatto, e quindi delusi, molto. Morale?
Tornano
i verdiniani, dopo gli alfaniani, da Berlusconi, che li accoglie come il buon
padre col figliuol prodigo. Ma non era stato lui a volere un impegno scritto
contro la defezione dei parlamentari eletti nelle sue liste? Molti se ne erano
andati col pretesto della libertà di mandato, del diritto\dovere di
rappresentanza popolare, etc. Morale?
È
un ritorno, questo di Berlusconi, senza morale. Ma con i voti?
La
transumanza è tipica e endemica dei partiti di Berlusconi. C’è una ragione?
Certo,
il convincimento, la forza della coscienza, il libero mercato politico. Ma dopo
avere occupato di forza larga parte del mercato. Un caso di abusivismo
eccezionale, pur nel paese dell’abusivismo.
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