lunedì 2 gennaio 2017

Berlusconi, il ritorno – senza morale - 23

Non lo turba la cessione del Milan – a cinesi sconosciuti. Non lo turba l’assalto di Bolloré – magari ha pure deciso di salvare Mediaset in man sicure, invece che in quelle dei figli di tante famiglie. Non ha più bisogno di fidanzate e cagnette. Non lo turbano i processi della Boccassini – ci abbiamo fatto il callo tutti. Non si sente rottamato, dopo la tranvata del giovane rottamatore, e anzi in discreta compagnia – Grillo, Bersani, D’Alema, Fini sono anche loro vecchi arnesi e quasi coetanei. E dunque?
Tornano i verdiniani da Berlusconi, dopo gli alfaniani. Forse co qualche leghista. E lui dice: “Matteo e Denis? Li ho fregati io”. Morale?
Tornano da Berlusconi i verdiniani, dopo gli alfaniani, dopo essersi fatto un giro da ministri o sottosegretari – o non averlo fatto, e quindi delusi, molto. Morale?
Tornano i verdiniani, dopo gli alfaniani, da Berlusconi, che li accoglie come il buon padre col figliuol prodigo. Ma non era stato lui a volere un impegno scritto contro la defezione dei parlamentari eletti nelle sue liste? Molti se ne erano andati col pretesto della libertà di mandato, del diritto\dovere di rappresentanza popolare, etc.  Morale?
È un ritorno, questo di Berlusconi, senza morale. Ma con i voti?
La transumanza è tipica e endemica dei partiti di Berlusconi. C’è una ragione?
Certo, il convincimento, la forza della coscienza, il libero mercato politico. Ma dopo avere occupato di forza larga parte del mercato. Un caso di abusivismo eccezionale, pur nel paese dell’abusivismo.

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