Un
esposto di Pierluigi Roesler Franz, giornalista e membro del collegio sindacale
dell’Inpgi, la previdenza dei giornalisti, conferma le bizzarrie delle inchieste romane sulla
corruzione al Campidoglio. Alla giudice Maria Paola Tomaselli, chiamata a
decidere l’arresto dell’imprenditore Sergio Scarpellini e del Capo del
Personale del Comune Raffaele Marra, furono prospettati falsi dati su una delle
operazioni chiave di Scarpellini: l’affitto al Comune di un immobile in Largo
Loria 5, lungo la Colombo, al quartiere Ardeatino, per 5,5 milioni l’anno, 6,6 con Iva, più 2 milioni e qualcosa per i s ervizi (portineria, pulizia), dal
gennaio 2008 al luglio 2015. L’immobile si dice nell’ordinanza in capo alla
società Milano ’90 di Scarpellini. Mentre è di proprietà dell’Inpgi, che nel
2007 lo aveva affittato alla società Milano ’90 del gruppo
Immobilfin (Scarpellini) per un quarto di quella cifra, 2,1 milioni l’anno.
Come
è possibile che gli inquirenti non fossero a conoscenza di questi due dati? La
proprietà dell’immobile, e l’affitto-subaffitto a prezzi quadruplicati? Forse
perché l’operazione era stata congegnata da Scarpellini nel 2007, sindaco
Veltroni - e conclusa pochi giorni prima che Veltroni lasciasse il Campidoglio per la non felicecampagna elettorale del 2008..
Roesler
Franz non si dà spiegazioni. Ma ha inviato l’esposto a ogni possibile
inquirente, a scanso di insabbiamenti: alla Procura della Repubblica, alla
giudice Tomaselli, alla Procura della Corte dei Conti (vigilatrice sia dell’Inpgi,
istituto di rilevanza pubblica, che del Comune di Roma…), all’Autorità anti-corruzione
Anac. Roesler Franz non si spiega l’affare: il Campidoglio ha pagato oltre
sette milioni l’anno d’affitto fuori dai valori di mercato – circa 50 milioni
in più nei sette anni e mezzo di vigenza del contratto (i 71 milioni di affitto
pagati dal Comune di Roma sono più del doppio del valore dell’immobile quale l’Inpgi
lo contabilizza nel patrimonio).
Un
secondo risvolto inquietante emerge dall’esposto di Roesler Franz. L’affitto anomalo
era stato denunciato subito dai radicali. Una denuncia ripresa nella passata sindacatura dai consiglieri comunali grillini, in particolare da Virginia Raggi. Che ne ottennero la rescissione anticipata,
in base alla nuova legge detta del “Fare” – è consentita la rescissione anticipata
dei contratti risultati troppo onerosi per le casse pubbliche. Il sottinteso è:
furono Marra, Romeo e gli altri dirigenti del Campidoglio cui Raggi si è
affidata da sindaca a svelarle l’arcano? Si spiegherebbe così la fiducia di
Raggi sindaco nei loro confronti. Ma allora gli arresti sarebbero stati
pilotati: una vendetta e una messa in guardia. L’opera di corruzione di Scarpellini
è di fatto molto più ampia di quella che ha portato all’arresto di Marra.
L'imprenditore si chiama Sergio Scarpellini e non Attilio. Io mi chiamo Attilio Scarpellini e non ho nulla a che vedere con il soggetto in questione. Ragion per cui la prego di correggere il post.
RispondiEliminaL'imprenditore si chiama Sergio Scarpellini e non Attilio. Io mi chiamo Attilio Scarpellini e non ho nulla a che vedere con il soggetto in questione. Ragion per cui la prego di correggere il post.
RispondiEliminaPer una deplorevole svista la prima redazione di questa nota dava il nome di Scarpellini come Attilio - che è invece persona rispettabilissima e non c'entra nulla con questa vicenda - invece che Sergio. Ce ne scusiamo.
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